Crisi di governo, Conte aspetta la convocazione delle Camere per farsi sfiduciare da Salvini. Poi tocca a Mattarella

di ALBERTO CUSTODERO

09 agosto 2019 I sondaggi favorevoli, e il rischio di far slittare di sei mesi le elezioni in caso di definitiva approvazione della legge sul taglio dei parlamentari, hanno convinto Matteo Salvini ad imprimere una improvvisa accelerazione alla cris di governo. Conte, anziché salire al Colle per rimettere il mandato come avrebbe voluto il leader leghista, chiede la ‘parlamentarizzazione’ della crisi, ovvero vuole recarsi in Parlamento e incassare la sfiducia, sfidando Salvini a recarsi in Senato e spiegare i motivi che lo hanno indotto a staccare la spina.



I tempi li decideranno i due presidenti di Camera e Senato. Con ogni probabilità avverrà intorno a Ferragosto. Poi la palla passerà nelle mani del presidente della Repubblica che potrà decidere se affidare un mandato al premier attuale per un Conte bis. Oppure se affidare l’incarico a un’altra personalità a capo di un governo – anche senza fiducia, i precedenti ci sono – che porti il Paese alle elezioni per la fine di ottobre con un ministro dell’Interno, responsabile della macchina elettorale, che non sia il leader leghista.

Lo scenario che si presenta alle urne è di una Lega molto forte in grado di incassare da sola – sommando i parlamentari eletti con il proporzionale a quelli con i collegi uninominali – la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Questo darebbe il potere assoluto a Salvini (anche senza il contributo di Fratelli d’Italia) che ieri ha ufficializzato la sua candidatura a premier.

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