Il killer scappa? Vietato sparargli. Ecco l’assurda regola italiana

Giuseppe De Lorenzo

Quella maledetta notte né Mario Rega CercielloAndre Varriale hanno avuto “la possibilità di utilizzare le armi”. Il brigadiere perché la pistola l’aveva lasciata “nell’armadietto in caserma”.

L’altro carabiniere perché “sopraffatto” da Gabriel Christian Natale Hjorth. L’agguato dei due americani è stato repentino, violento. È durato meno di 20 secondi: la lama ha trafitto 11 volte Cerciello, ha trapassato intestino, stomaco e colon. Le grida di Mario, la concitazione, la fuga. Varriale non ha estratto l’arma e non ha sparato ai due americani in fuga. Un bene, in questo strano assurdo Paese. Visto che altrimenti avrebbe rischiato l’incriminazione, un processo e forse una condanna.

Durante la conferenza stampa di ieri, il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Francesco Gargaro, ha scelto la via della trasparenza. Anche della polemica, in alcuni passaggi. E ha tenuto a precisare che sì, Varriale non ha estratto la pistola (che aveva con sé) non solo perché “la sua principale preoccupazione era quella di aiutare il collega”. Ma anche perché “non avrebbe potuto sparare a un soggetto in fuga altrimenti sarebbe stato indagato per un reato grave”. E di esempi ne esistono a bizzeffe.

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