Piazza Affari debole con spread a 263. Il balzo delle scorte Usa affossa il petrolio

Dal piano B di Savona ai mini-BoT, quanto ci costa il fantasma «Italexit»

A incoraggiare le vendite in Europa è anche la debolezza dei prezzi del petrolio, colpito dalle stime dell’American petroleum institute (Api) su un aumento a sorpresa delle riserve Usa: i dati ufficiali saranno rilasciati in giornata. Soffre così il settore oil: a Milano deboli Tenaris, Saipem ed Eni. Debole anche Italgas dopo la presentazione del nuovo piano che, secondo l’a.d. Paolo Gallo, rivede al rialzo tutti i target della società. Dopo una mattina positiva vira al ribasso Telecom Italia, mentre si attendono novità dal punto di vista della possibile integrazione con Open Fiber. Deboli anche le banche con la risalita dello spread rispetto ai minimi dall’inizio di maggio toccati ieri.

Per Italgas continua la correzione dai massimi di venerdì
Tornando ai titoli di Piazza Affari, la debolezza del prezzo del petrolio e le conseguenti vendite sui titoli del settore energetico penalizzano Italgas dopo la pubblicazione del nuovo piano industriale. Le quotazioni, del resto, venivano da un periodo positivo che aveva portato il titolo a toccare il nuovo massimo storico venerdì scorso. La società questa mattina ha reso noto di prevedere per il 2019 investimenti tecnici per circa 700 milioni, mentre i ricavi sono attesi pari a circa 1,2 miliardi, con un ebitda tra 840 e 860 milioni e un ebit tra 460 e 480 milioni. L’intero piano al 2025, d’altra parte, prevede un incremento di 500 milioni degli investimenti (+12,5% a 4,5 miliardi) rispetto al precedente e punta su quattro direttrici strategiche: innovazione e trasformazione digitale, realizzazione della rete di distribuzione ad alta tecnologia in Sardegna, M&A e ulteriore crescita organica. Confermata la politica dei dividendi, mentre sull’arco di piano sono stimate efficienze per 160 milioni anche grazie alla riduzione dei costi operativi. Il piano, ha sottolineato l’a.d. Paolo Gallo, «rivede al rialzo tutti i principali target con la conferma dell’attuale politica dei dividendi che si è dimostrata particolarmente remunerativa per i nostri azionisti». «Il piano di investimenti è ben superiore alle nostre stime così come il piano di taglio costi, che porta ad una potenziale crescita dei risultati superiore alle stime», hanno notato gli analisti di Equita.

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  • 12 giugno 2019

«Fuori la politica»: il diktat Fca per riaprire il dossier Renault

Banche deboli, focus su Ima e Gima dopo annuncio fusione
Tra le banche, deboli Ubi Banca, Banco Bpm, Banca Pop Er e Finecobank. Nel resto del listino guadagna terreno Mediaset, nel giorno dell’assemblea della tedesca Prosiebensat di cui nei giorni scorsi il gruppo del Biscione ha rilevato il 9,6% del capitale. Sotto i riflettori Ima e Gima Tt dopo l’annuncio a sorpresa sulla delle due società controllate dalla famiglia Vacchi: è stato approvato un piano di fusione per incorporazione che vedrà un rapporto di cambio fissato in 11,4 nuove azioni Ima per 100 azioni Gima. Equita, che è stata advisor di Gima nell’operazione di fusione, consiglia il ‘buy’ sia su Ima sia su Gima, ritenendo che la fusione sarà un’opportunità interessante per gli azionisti di Gima in quanto in questa fase il profilo di crescita di Ima gode di maggiore visibilità e di valutazioni più contenute. Secondo gli analisti, inoltre, l’operazione comporta per Ima una modesta diluizione del’utile per azione, attorno al 2% per quest’anno e l’anno venturo, e nessun impatto sulla valutazione, che per gli esperti rimane di 76 euro per azione.

Banca Generali positiva, possibile un’acquisizione in Svizzera
Guadagna terreno in controtendenza Banca Generali che, secondo le indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore, potrebbe acquisire la filiale svizzera della danese Saxo Bank. Si tratterebbe, spiega il quotidiano, di una soluzione che consentirebbe a Banca Generali di ottenere la licenza bancaria in territorio elvetico, così da poter procedere con il progetto di esportare il modello di business nel private banking nella Confederazione, dove l’istituto guidato dall’a.d. Gian Maria Mossa ha gia’ acquisito nei mesi scorsi il wealth manager Valeur. Un’operazione che «avrebbe senso strategicamente», secondo gli analisti di Equita. Nel resto del listino milanese, in evidenza Kolinpharma, Mondo Tv France ed Eukedos, mentre perdono terrenoCasta Diva Group, Biesse e Neurosoft.

Spread risale a 262 punti, Tesoro assegna 6,5 mld di BoT annuali
Sul fronte dei cambi, l’euro si mantiene sopra la soglia di 1,13 dollari e vale 1,1318 (da 1,1315 ieri in chiusura). La moneta unica e’ indicata inoltre a 122,64 yen
(122,80), mentre il rapporto dollaro/yen si attesta a 108,34 (108,55). Come detto, sono pesanti i corsi del petrolio: il future luglio sul wti perde il 2,68% a 51,84 dollari al barile, mentre la consegna agosto sul Brent cede il 2,26% a 60,88 dollari. Sull’obbligazionario, è in rialzo lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano e il pari durata tedesco, che
ieri in chiusura aveva aggiornato i minimi da inizio maggio a 255 punti base, rimbalza sopra i 260 punti base. In aumento anche il rendimento del BTp decennale benchmark, indicato al 2,39% dal 2,32% della vigilia. Il Tesoro, intanto, ha assegnato in asta BoT annuali scadenza 12 giugno 2020 (tranche 1) per 6,5 miliardi, a fronte di richieste per 9,993 miliardi (rapporto di copertura 1,54). In calo allo 0,069% il rendimento (-5 punti base).

Balzo in Usa delle scorte settimanali di petrolio +2,2 milioni di barili
Nella settimana conclusa l’8 giugno scorso, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono salite inaspettatamente mettendo sotto ulteriore pressione i prezzi del Wti. Il dato è cresciuto di 2,206 milioni di barili a 485,47 milioni di unità, contro attese degli esperti per un ribasso di 0,6 milioni di barili. Secondo i dati diffusi dal dipartimento dell’Energia, gli stock di benzina sono aumentati di 0,764 milioni di barili a 234,913 milioni di barili, contro previsioni per un rialzo di mezzo milione di unità. Le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, hanno registrato un ribasso di 1 milione di barili a 128,372 milioni di unità, mentre era atteso un aumento di 1 milione di barili. L’utilizzo della capacità degli impianti è salito al 93,2% dal 91,8% della settimana precedente, mentre le attese erano per un dato al 92,2%.

Inflazione negli Stati Uniti in linea con le attese
I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono cresciuti a maggio per il quarto mese di fila, registrando un incremento su base mensile dello 0,1%, in linea con le attese. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è aumentato dello 0,1% su aprile contro il +0,2% atteso dagli analisti. Nel dettaglio, i prezzi energetici il mese scorso sono scesi dello 0,6%. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati dello 0,3%. A maggio i salari settimanali reali medi sono cresciuti dello 0,1%. Su base annuale, il dato generale ha messo a segno un +1,8% dopo il +2% di aprile e contro le stime per un rialzo dell’1,9%. Quello core è salito del 2% dopo un +2,1% di aprile e contro attese per un +2,1%. Il dato rivela che l’inflazione Usa tutto sommato è stotto controllo e dunque potrebbe dare il via libera a una politica monetaria espansiva, come auspicato dal presidente americano, Donald Trump, sebbene tale dato non sia quello preferite dalla Fed.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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