La “lezione” di Chernobyl: “Il progresso uccide la natura”

E il fatto che dopo Chernobyl ci sia stato Fuskushima è la dimostrazione, secondo la scrittrice, che la tecnologia non sia limitabile. Si può controllare fino a un certo punto e si arriverà a un momento in cui non sarà possibile disporre di essa, fino a giungere a un vero e proprio conflitto: “In una civiltà avanzata come quella giapponese, è bastata una forza maggiore come lo tsunami a spazzare via le sue conquiste. Il progresso oggi è una specie di guerra: una guerra contro la natura e contro l’uomo. Chernobyl è una guerra attuale: le guerre del futuro saranno così. E da una guerra così nessuno si salverà, da nessuna parte”. Una frase che è un monito anche per le generazioni future. La tecnologia può essere fondamentale per tutelare l’essere umano. Ma il monito della Nobel la letteratura è chiaro: evitare che tutto ciò si trasformi un una guerra che l’uomo rischia di perdere contro ciò che ha creato.

IL GIORNALE

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