Tria: o le spese o le tasse

Per la coesione della maggioranza “il lubrificante non può essere la spesa pubblica, se non – in una certa misura – per gli investimenti. E non servono nemmeno risorse finanziarie ingenti, ma si deve invece puntare a riforme, a rivedere norme che non funzionano, per far ripartire l’economia”, sottolinea il ministro dell’Economia. “Il dibattito sul codice degli appalti – spiega Tria – è un esempio: devono ripartire gli investimenti. Ovviamente si deve contrastare la corruzione, ma non bloccando tutto. Le norme devono guardare prima di tutto alla fisiologia del sistema e poi affrontare eventuali patologie”. Riguardo al Pil, il ministro osserva che “i tassi di crescita a breve sono quelli noti e determinati dalla congiuntura internazionale. E comunque sono in zona positiva. Ma il rischio è che dappertutto, e non solo in Italia, si stia sottovalutando l’importanza della crescita. Anche in Europa se ne parla da poco; fino a qualche mese fa il focus era solo su come prevenire una nuova crisi finanziaria come quella del 2008. E intanto non ci si accorgeva che il vero pericolo è una crisi economica. Al momento – dice ancora Tria – mi fa più paura una crisi economica che si trasmette alla finanza che non il contrario”.

Quanto alle polemiche sulla sua persona, agli attacchi velati e non dei vicepremier o di altri, tipo, “Tria vada a fare il fornaio” e giù di lì, il ministro, bonariamente chiosa: “Intanto il fornaio è un lavoro rispettabile”. “Nessuno mai – aggiunge – in Consiglio dei ministri, è venuto a dirmi le cose che leggo”

L’HUFFPOST

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