Torino: il killer dei Murazzi libero per un errore giudiziario, arrivano gli ispettori del ministero


l pm che sosteneva l’accusa, Stefano Castellani, aveva chiesto e ottenuto che la pena non fosse sospesa perché l’imputato aveva altri precedenti e la vicenda di maltrattamenti coinvolgeva anche il figlio piccolo della coppia, elemento che impedisce al condannato di chiedere sospensioni o misure alternative alla detenzione.
Ma l’ordine di carcerazione per colui che poi diventerà l’assassino di Stefano Leo non è mai stato emesso perché la sentenza di condanna irrevocabile si è fermata in Corte d’Appello il 18 aprile 2018 senza arrivare all’ufficio esecuzioni della procura. Quel giorno i giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso del suo avvocato ma gli atti si sono bloccati lì e la pena non è stata eseguita. “Pensavamo che fosse tutto tranquillo e che l’iter giudiziario fosse ancora in corso” dice l’avvocato Fabrizio Reale, che nel processo per maltrattamenti aveva assistito Ambra, l’ex compagna e vittima. ” In realtà, dopo che Mechaquat si è consegnato e ha confessato l’omicidio di Stefano Leo, la mia assistita mi ha contattato raccontandomi di aver personalmente presentato altre denunce contro di lui in questi anni. Purtroppo nessuna ha sortito l’effetto di riaccendere l’attenzione su questo caso”. Ed è verosimile che Said sarebbe stato in carcere il 23 febbraio 2019 anziché ai Murazzi dove ha tagliato la gola a Stefano Leo



“Tutti i magistrati d’appello – ha detto il prsidente – sono impegnati in una sforzo eccezionale non per eliminare l’arretrato ma per farlo rientrare entro limiti fisiologici accettabili”. “Noi tutti vorremmo essere messi in condizione di rendere un servizio efficiente alla società e soffriamo quando dobbiamo dichiarare una prescrizione del reato perché è decorso il tempo previsio per la definizione del processo”.

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