Pronta la squadra di Bankitalia. Ignazio Visco dà forma il nuovo Direttorio

Dopo il congelamento della nomina di Signorini è però arrivato un primo segnale di discontinuità, chiesto tra l’altro anche dal premier Giuseppe Conte. Il 19 marzo, infatti, il direttore generale Salvatore Rossi ha lasciato l’Istituto. Un primo segnale raccolto dal governo, che negli scorsi giorni ha fatto intuire che tutto poteva andare nella direzione giusta.

Signorini, infatti, si appresta a essere confermato dal governo e il via libera dovrebbe arrivare contestualmente alle altre nomine. Perché queste nomine riescono a bilanciare le esigenze della Banca d’Italia e quelle del governo si deduce dai curriculum dei nomi che Visco porterà al Consiglio. Panetta è attualmente vicedirettore generale: sarà promosso a direttore generale, prendendo quindi il posto di Rossi. Piace alla Lega, i 5 stelle non sono contrari. In ambienti di governo si fa notare che Panetta è stato uno dei principali critici del bail-in, il controverso meccanismo di salvataggio bancario che leghisti e pentastellati hanno più volte esibito come cavallo di battaglia contro l’Europa. A via Nazionale, invece, quella di Panetta viene vista come una scelta che rafforza l’autonomia alla luce del lungo percorso all’interno dell’Istituto. Quello che si appresta a diventare il nuovo dg è inoltre molto stimato da Mario Draghi.

Panetta lascerà vuoto uno dei tre posti da vicedirettore generale (il Direttorio è a 5, composto da governatore, direttore generale e tre vice): oltre al ritorno di Signorini, su cui resta valida l’indicazione data due mesi fa dal Consiglio, arriverà un esterno, la professoressa universitaria Loriana Pelizzon, che prenderà il posto di Valeria Sannucci, in scadenza. Pelizzon è considerato un profilo molto alto: insegna alla Ca’ Foscari di Venezia ed è una tra le esperte di maggior peso su temi come il credito e il sovereign risk.

Quello di Signorini non sarà il solo ritorno a via Nazionale. Ci ritornerà anche Daniele Franco, oggi Ragioniere generale dello Stato. Finito più volte nel mirino dei pentastellati, l’uomo delle bollinature sui provvedimenti, e quindi sui progetti del governo, è impossibilitato a proseguire nel suo ruolo perché arrivato all’età di pensionamento. Problema che non si pone per il nuovo ruolo a palazzo Koch. Lascerà libero un posto di peso e strategico, riaprendo così il “grande gioco” del Tesoro.

L’HUFFPOST

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