Inps, ancora stallo sui vertici. Il mini-taglio delle pensioni slitta a dopo le elezioni Ue

alessandro barbera roma

C’è la selezione dei fortunati percettori del reddito di cittadinanza. Quella degli statali che vogliono andare a riposo con le nuove regole. E c’è da chiedere indietro ai pensionati gli euro versati di troppo dopo il blocco delle indicizzazioni: il governo vuole rimandare il boccone amaro a dopo le elezioni europee. Mentre sul tavolo del nuovo commissario si affollano le decisioni da prendere, e nonostante la voglia di moltiplicare le poltrone, la politica non ha ancora trovato le persone giuste da affiancare a Pasquale Tridico ai vertici dell’Inps. L’accordo fra Cinque Stelle e Lega vorrebbe che quel posto andasse a un tecnico di fiducia del Carroccio. Ieri dopo il no di Francesco Verbaro è arrivato quello dell’ex direttore generale Mauro Nori. Quest’ultimo – oggi consigliere di Giovanni Tria al Tesoro – aspirava alla presidenza, ma si era detto disponibile al ruolo di numero due purché dotato di deleghe pesanti. Tridico ha detto no, opponendosi ad una spartizione che avrebbe smembrato la governance dell’ente e i poteri del presidente. A Nori, che in tempi non lontani ha avuto in mano le chiavi dell’Istituto, non è rimasto altro che prenderne atto: «Ringrazio tutte le persone che mi hanno manifestato la loro fiducia, ma non sono disponibile ad assumere alcun incarico all’Inps. Auguro che l’Istituto riesca a superare un periodo particolarmente difficile della sua lunga storia».

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