L’ombra della Cina sui porti di Genova e Trieste

L’ombra del Dragone si allunga sui porti di Genova e Trieste. Il Governo sta lavorando da diverse settimane al Memorandum d’intesa sull’adesione alla nuova Via della Seta, l’iniziativa strategica cinese per lo sviluppo di nuovi canali commerciali nel continente eurasiatico che fa gola all’Italia ma indispettisce gli alleati occidentali. L’obiettivo dell’esecutivo gialloverde è di arrivare pronti per la firma il 21 marzo, quando il presidente cinese Xi Jinping sarà a Roma. I rapporti Italia e Cina si sono fatti sempre più intensi negli ultimi mesi. Non è un caso quindi che venerdì i rappresentanti del porto di Quingdao hanno visitato per la prima volta gli scali di Genova e di Vado ligure, in cui sono partner dell’operazione di costruzione della piattaforma contenitori, in quanto azionisti al 9% della società Apm terminal Vado ligure. Il chairman della Qingdao Port Group, Li Fengli, e il suo staff hanno effettuato un sopralluogo al Reefer terminal, dove hanno visitato magazzini e banchine e a seguire proprio il cantiere della piattaforma contenitori di Vado ligure che sarà operativa da fine 2019 e dove sono già state installate quattro nuove gru Armg e una Ship to shore fornite dall’azienda cinese Zpmc.

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