Melina sul presidente Inps, Quota 100 è a rischio

Risiko delle nomine a parte, il ritardo rischia di compromettere il funzionamento dell’Inps. «L’attesa per la nomina del commissario e quindi del presidente dell’Inps può durare ancora solo 2-3 giorni: se si prolungasse emergerebbero dei problemi», ha spiegato ieri il presidente del Civ (consiglio di indirizzo e vigilanza) Guglielmo Loy, che auspica una soluzione veloce.

Il governo sostiene che il direttore generale dell’Istituto può per il momento sostituire il presidente. Ma non è così. L’ordinaria amministrazione non crea problemi, ma la firma del presidente è necessaria anche eventi frequenti, ad esempio una causa nella quale l’Inps deve decidere se costituirsi. Un ritardo può significare perdere scadenze.

A fine mese l’Inps deve poi approvare la variazione del bilancio 2019. Quindi creare delle poste di bilancio che tengano conto delle novità legislative. Ad esempio quelle contenute nel decretone che riguardano da vicino l’Inps: quota 100 e il reddito di cittadinanza.

L’aspettativa è che il commissario sia nominato in tempi relativamente brevi e poi, nel giro di un mese, arrivi il presidente. Sarebbe auspicabile fossero la stessa persona, spiega Loy.

Serve continuità soprattutto ora che le strutture dell’Inps saranno messe a dura prova dalle richieste per la pensione anticipata prevista della riforma previdenziale del governo. Possibile che alla fine il governo gialloverde si converta alla gestione commissariale, rinviando la riforma della governance che dovrebbe vedere il ritorno del Consiglio di amministrazione dell’Inps e quindi di una gestione collegiale.

IL GIORNALE

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