I presidi al ministro Bussetti: “Si impegni lei”

Tuttavia, attacca l’Anp, “forse il Ministro ignora che, in molte aree “del Sud”, le scuole sono l’unico avamposto dello Stato e che gli edifici scolastici (spesso malridotti, ma non certo per responsabilità di chi vi lavora) sono gli unici su cui sventola con orgoglio il tricolore. Quelle scuole – o meglio, tutte le persone che vi lavorano: dirigenti, docenti, ata – evitano ogni giorno che tanti ragazzi cadano preda della criminalità e consentono loro di coltivare la speranza di un avvenire onesto. Delegittimarle significa screditare tutto questo ed è inaccettabile. Costituisce invece preciso dovere del Ministro impegnarsi per migliorare il servizio a livello nazionale e rafforzare, nel contempo, la fiducia dei cittadini verso di esso. Auspichiamo dunque che riesca a reperire le risorse economiche del caso e a dotare le scuole autonome di strumenti idonei per conseguire tale obiettivo”.

Il ministro, sorpreso soprattutto dall’animosità sui social, dopo qualche ora risponde. “Leggo post e commenti infiammati sulle mie parole di ieri ad Afragola, in Campania. Un video decontestualizzato che sta girando sul web viene usato per rappresentare un Ministro ostile al Mezzogiorno, alle sue donne e ai suoi uomini. E io non lo sono. Sarebbe ridicolo pensarlo”, scrive su Facebook Marco Bussetti. “Una mia frase – sottolinea il ministro – è stata estrapolata per farla sembrare un attacco. Faceva parte di un discorso più ampio. Guardiamo ai fatti. Da giugno sto girando l’Italia e sono stato al Sud molte volte. In Sicilia, in Campania, in Puglia, in Abruzzo, in Basilicata, ad esempio. Ci tornerò ancora. Per valorizzare il lavoro di tanti, docenti, presidi, genitori, ragazzi, che ogni giorno, con il loro impegno, fanno la differenza, che meritano la nostra attenzione. Ieri ero lì per questo. Conosco benissimo i sacrifici di migliaia di insegnanti spostati al Nord, a centinaia di chilometri dalle proprie case. Da Provveditore ne ho incontrati tanti. Conosco le realtà di eccellenza che sono al Sud, nella Scuola come nell’Università e nella Ricerca”. Al Sud, rimarca Bussetti, “servono fondi, certo. Come ovunque. Ne sono consapevole. Ma so anche che da soli non bastano. E’ quello che ho detto ieri. Occorre anche credere in se stessi, lottare, rimboccarsi le maniche. Bisogna saper utilizzare meglio le risorse economiche. Sono le persone a fare la differenza. E il Sud è pieno di eccellenze. Dobbiamo puntarci e valorizzarle. Farle emergere. Utilizzarle come traino. Forse a qualcuno non fa comodo farlo. Ma le scuole che ho visitato ieri sono degli esempi”.

Il Sud, ricorda il ministro, “è sempre stato al centro della mia azione. Ho risposto puntualmente alle richieste, anche di carattere economico, che mi sono arrivate in questi mesi. Sono intervenuto personalmente nell’IC “Giovanni Falcone” di Palermo, quartiere Zen, attivando un indirizzo di scuola superiore: partono a settembre due sezioni di alberghiero. Sempre in Sicilia abbiamo avviato un progetto di potenziamento dell’offerta formativa pomeridiana in tutte le province per combattere la dispersione scolastica. Sono fondi aggiuntivi del Miur che ho voluto personalmente investire. Sono il Ministro che ha finanziato la Scuola Superiore di Napoli, un sogno inseguito per anni. Che ora sarà realtà. Ho messo 2.000 cattedre per aumentare il tempo pieno che è carente soprattutto nell’Italia meridionale. Stiamo facendo ripartire le assunzioni negli atenei, con benefici evidenti anche in quelli del Sud. Ho sbloccato 40.000 insegnanti di sostegno che specializzeremo in tre anni andando a risolvere un problema che attanaglia anche il Sud. A dicembre ho autorizzato la spesa di risorse per creare ambienti digitali in scuole che si trovano in contesti complessi, molte delle quali al Sud. E’ un intervento importante e di spessore. Tutto si può dire – conclude Bussetti – tranne che io sia un Ministro che guarda con disprezzo al Sud. Credo che i fatti parlino da soli”.

Ma le sue parole non sembrano sufficienti per il vice premier Di Maio: “Se un Ministro dice una fesseria sulla scuola, chiede scusa. Punto. Venire in una delle aree più in difficoltà d’Italia a dire – usando il “voi” – che per ridurre il gap nelle scuole del sud “vi dovete impegnare di più” farebbe girare le scatole anche ad un asceta. Figurarsi gli insegnanti! Caro Marco, siamo noi al Governo che evidentemente dobbiamo impegnarci sempre di più. Soprattutto sulla scuola, che richiede interventi storici per le condizioni veramente indegne in cui versano tante strutture”, scrive su Facebook Luigi Di Maio. Chiosa perentorio Salvini: “Questo governo sta facendo tantissimo per la gente del Sud, investendo in soldi e uomini, dalla sicurezza alla scuola, dalle pensioni al reddito dalla lotta alla mafia alla difesa dell’agricoltura, quello che non aveva mai fatto nessuno”, dice il vicepremier e ministro dell’Interno dopo le polemiche sul ministro Bussetti per la sua uscita sui professori del sud. “I fatti sono più forti di qualsiasi polemica” aggiunge il ministro.

Insomma, la posizione del ministro appare tardiva dopo le molte altre prese di posizione, molto critiche e non proprio convinte che si trattasse di una estrapolazione. “Le parole pronunciate ieri a Caivano dal ministro Bussetti, oltre a offendere la Campania e l’intero sud, ledono profondamente la dignità di una categoria, quella dei docenti della nostra terra, che da decenni rappresenta una risorsa preziosa proprio per le regioni del nord. Professionisti che con sacrificio e senso del dovere, ovunque abbiano lavorato, anche a migliaia di chilometri da casa, hanno trasmesso ai loro studenti i valori, la conoscenza e la cultura che hanno reso grande il sud e l’intero paese”. Così i consiglieri regionali della Campania del movimento 5 stelle.

“Presenterò un’interpellanza urgente in Parlamento così il ministro, invece di offendere i cittadini del Sud, verrà in Aula a dirci cosa intende fare lui per la scuola italiana e per la scuola a tempo pieno al Sud che deve raggiungere gli stessi standard del resto d’Italia”. Lo scrive su Facebook Francesco Boccia, deputato Pd, postando il video del ministro Bussetti in cui afferma che alle scuole del Sud non servono fondi ma solo “impegno, lavoro e sacrificio”.

“Ieri ad Afragola il ministro Bussetti ha pronunciato delle parole offensive verso il Mezzogiorno, con lo sdegno tipico di chi non conosce il Paese, di chi non è mai stato al Sud e purtroppo di chi non conosce nemmeno la scuola. Il ministro dovrebbe sapere che al Sud il tempo pieno nella scuola è inferiore ovunque al 15% e in Sicilia siamo addirittura abbondantemente sotto il 10%. E sa perché? Perché non ci sono fondi e la scuola adeguata al sud non è considerata priorità nazionale, non perché tra i meridionali non ci sia la volontà di aprire le scuole nel pomeriggio. Con chi pensa di parlare Ministro Bussetti con gli uomini primitivi?”, spiega Boccia, che conclude: “È ministro da 8 mesi e non ha le responsabilità della condizione attuale della scuola italiana, ma ha il dovere di rispettare le persone e pretendiamo che ci dica come questo governo intenda colmare la differenza che c’è tra il tempo pieno differenziato tra nord e sud. Perché il percorso di riduzione delle differenze era partito e si è fermato”.

“Bussetti, ministro dell’Istruzione Leghista, a precisa domanda su cosa serva alle scuole del Sud per recuperare il gap da quelle del nord, dice: ‘Impegno, sacrificio, ancora impegno’. Con quell’espressione ultimativa di chi è proprio convinto, quindi, che le persone a cui si riferisce non abbiano mai fatto sacrifici e non si siano impegnati abbastanza. E’ il solito, vecchio e stanco pregiudizio antimeridionalista di questi signori che potranno pure cambiare nome e mettersi il vestito buono, ma rimangono sempre quelli che insultavano i meridionali anzi i terroni”. Lo afferma il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.”E però, glielo diciamo noi a Bussetti – prosegue il deputato Leu – cosa serve, per iniziare, alle scuole del Mezzogiorno, visto che non lo sa: investimenti strutturali ad esempio più risorse, nuovi organici per evitare le ‘classi pollaio’. Forza ministro dell’Istruzione Leghista e non dell’intero Paese, si impegni, lavori, si sacrifichi. In attesa che questo avvenga – conclude Fratoianni – pensiamo che il governo dovrà venire in Parlamento a spiegare queste sue avventate e inaccettabili parole”.

L’HUFFPOST

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