Così la Francia ha sempre respinto le imprese italiane, mentre cerca di colonizzare la Penisola

Giuliano Balestreri

Era dal 1940 che Parigi non richiamava il proprio ambasciatore dall’Italia “per consultazioni”. Allora il governo fascista di Benito Mussolini aveva dichiarato guerra alla Francia dando “un colpo di pugnale a un uomo già a terra” disse l’ambasciatore transalpino lasciando l’Italia. Lo spettro di una guerra è oggi lontano anni luce, ma tra Roma e Parigi i rapporti politici sono sempre più tesi: il vicepremier Luigi Di Maio sostiene i gilet gialli contro il presidente Macron e il vicepremier Matteo Salvini pretende che Parigi si comporti come tutti i Paesi europei.

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I rapporti tra i due Paesi si sviluppano a vari livelli. Dal punto di vista macroeconomico, Francia e Italia sembrano fatte per stare insieme. Nel 2017, gli scambi commerciali sono arrivati alla cifra record di 76,5 miliardi di euro (nel 2018 dovrebbe essere aumentati ancora): l’Italia con importazioni per 35,1 miliardi è terzo cliente della Francia, ma è anche il suo terzo fornitore con esportazioni per 41,4 miliardi di euro. Di più: il saldo della bilancio pende a favore di Roma.

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