Zaia: «Per la gente del Nord un no alla Tav è inaccettabile. M5S dica se è una scelta politica»

Di Maio e Di Battista sono contro, senza se e senza ma.
«Ma se è una scelta politica lo si dica ad alta voce, senza perdere altro tempo. Noi siamo disponibili a ragionare sul come farla, ma che si debba realizzare non si discute. Per la gente del Nord uno stop sarebbe inaccettabile».

Su questo tema può cadere il governo?
«Noi ci affidiamo in toto a Matteo Salvini che in questi primi 8 mesi di governo ha dimostrato di saper decidere nell’interesse dei cittadini».

Zaia, con il M5S lei sta giocando in prima persona la partita dell’autonomia. Alcune dichiarazioni del ministro Toninelli, per il quale rimane «preminente l’interesse nazionale all’unitarietà della rete infrastrutturale ferroviaria e autostradale», l’hanno messa in allarme.
«Per come conosco Toninelli mi rifiuto di pensare che questo sia il grillino-pensiero. Credo che quell’uscita sia il frutto delle pressioni di un ministero-brontosauro che non vuole cambiare pelle».

Vuole andare allo scontro con il ministro?
«Per nulla, anzi gli tendo la mano e lo invito ad essere grillino fino in fondo».

Cosa intende dire?
«Come la Lega, che è riformista ante litteram, penso che il M5S sia una forza antisistema, nata proprio per scardinare le vecchie logiche. Mi parrebbe strano che Toninelli si facesse condizionare dai burocrati del ministero più conservatore che ci sia. Le infrastrutture non possono non essere delegate alle Regioni».

Ha paura che il progetto si fermi sul più bello?
«No, io sono un inguaribile ottimista. Ho voluto il referendum sull’autonomia, l’ho difeso davanti alla Corte costituzionale che ci ha dato ragione nonostante il governo Renzi ce ne abbia fatte di tutti i colori. Ora siamo arrivati alla fase decisiva, quella della firma dell’intesa con il governo».

Nessuno faccia scherzi.
«Esatto. Anche perché penso che quella per l’autonomia regionale sia la madre di tutte le riforme che questo governo sta portando avanti. È l’unica che consentirà di essere ricordati anche fra cent’anni».

Addirittura…
«Faccio due osservazioni. Da un lato, realizzando l’autonomia diamo attuazione a quel che volevano i padri costituenti (ricordo che Luigi Einaudi disse: ”a ciascuno l’autonomia che gli spetta”). Dall’altro, gli unici paesi che reggono la sfida dello sviluppo sono quelli ad impianto federalista».

E allora cosa sente di aggiungere a Toninelli?
«Dica ai suoi dirigenti che non sta arrivando il camion dei traslochi. Non ci interessano le scorciatoie, vogliamo firmare con il governo un accordo solido, che si sviluppi con gradualità nell’arco di dieci anni e che sia sottoposto alle necessarie verifiche. E che consenta al Paese di voltare davvero pagina».

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