Giù le banche in Borsa. Salvini contro la Bce: “È un attacco all’Italia”

La giornata di ieri ha registrato una chiusura in lieve perdita per Milano (-0,03%), con gli istituti di credito in profondo rosso. Monte dei Paschi è risultata ancora di gran lunga la peggiore (-7,65%), ma hanno sofferto pure Ubi (-4,97%), Bper (-4,74%), Banco Bpm (-4,13%) e Unicredit (-3,16%). Più contenute le perdite per Intesa, con un calo dell’1,25%. Secondo gli analisti di Mediobanca, la stretta della Bce potrebbe costare 15 miliardi di euro al sistema bancario italiano. Ma diversi analisti ritengono invece estremamente pessimistico questo scenario, visto che le richieste alle altre banche saranno molto più graduali. Anche perché è certo che la Bce prenderà decisioni «caso per caso». Nei mesi scorsi la pubblicazione dell’Addendum sui crediti deteriorati aveva infatti provocato l’irritazione dei legislatori Ue, in particolare del Parlamento. Ma tutto era stato chiarito. Nonostante questo, Salvini ha colto l’occasione per passare all’attacco. Anche a costo di trasformarsi in difensore dell’istituzione guidata da Jean-Claude Juncker: «La Bce scavalca, aggravandole, le recenti decisioni della Commissione», dice il ministro dell’Interno. E accusa Francoforte di «fare un uso politico dei poteri che le sono attribuiti».

L’economia rallenta

Il numero uno della Banca Centrale, però, non si è fatto trascinare nelle polemiche. Nel suo intervento all’Europarlamento di Strasburgo ha evitato l’argomento banche. Ha ammesso che «c’è un rallentamento dell’economia che durerà più delle attese», ma che questa frenata «non porterà a una recessione».

E anche se fosse, la Bce «ha gli strumenti per rispondere». Resta il fatto che «nell’Eurozona l’economia è più debole del previsto a causa delle incertezze globali». Per questo «non bisogna abbassare la guardia»: secondo Draghi, infatti, «serve ancora un ammontare significativo di stimolo di politica monetaria».

Il mea culpa di Juncker

A Strasburgo il presidente della Bce ha partecipato alla cerimonia per celebrare i vent’anni dell’Euro. Che, a suo dire, aiuta gli Stati a mantenere la loro sovranità: «Oggi la maggior parte delle sfide sono globali – questo il ragionamento di Draghi – e possono essere affrontate solo insieme perché altrimenti, in questo mondo globalizzato, gli Stati perderebbero la loro sovranità». Poi ha ricordato agli euroscettici che «prima dell’euro non tutto era fantastico».

Jean-Claude Juncker ha però colto l’occasione per fare una sorta di mea culpa sulle ricette europee che hanno accompagnato il cammino dell’euro. E in particolare sulle politiche di austerità condotte negli anni in cui era alla guida dell’Eurogruppo. Durante la crisi dei debiti sovrani, ha ammesso, «è stata data troppa importanza al Fondo monetario internazionale» e c’è stata «un’austerità avventata». I Paesi dell’Eurozona, sostiene, «hanno dimostrato poca solidarietà nei confronti della Grecia». «Fa piacere se vengono ammessi gli errori» dice il premier Giuseppe Conte. Ma per il suo vice grillino, Luigi Di Maio, quelle di Juncker sono solo «lacrime di coccodrillo».

TGCOM

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