Tagli e stop alle rivalutazioni. Il governo pesta i pensionati

Antonio Signorini

Taglio alle pensioni d’oro (forse salvando quelle contributive) e stop alla perequazione, cioè al recupero dell’inflazione negli assegni degli ex dipendenti pubblici e privati.

L’accordo con Bruxelles sulla legge di Bilancio investe anche il capitolo previdenza, in particolare con la rimodulazione di Quota 100. La riforma della Fornero è stata confermata, ma in versione limitata.

Restano invece intatti i sacrifici per le rendite pensionistiche più alte. La conferma ieri è arrivata dal premier Giuseppe Conte. «Sono previste misure di contenimento della spesa pensionistica che si sostanziano nel raffreddamento dello schema di indicizzazione dei trattamenti di più cospicuo importo». È la misura più recente che a questo punto diventa una certezza.

Il blocco della rivalutazione delle pensioni basato sull’aumento del costo della vita rilevato dall’Istat si tradurrà in un aumento degli assegni ridotto rispetto a quanto previsto per il 2019. In sostanza il governo prorogherà il regime transitorio in vigore fino a quest’anno, con penalizzazioni per le pensioni più alte.

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