Congresso Pd, Calenda attacca Zingaretti: “Se vogliono ripartire da D’Alema, non ci siamo”

A volte ritornano


ROMA – L’incontro per i vent’anni della Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D’Alema, come prevedibile, alimento il dibattito nel Pd. Ad aprilo è l’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Che recuperando lo schema-madre della rottamazione renziana, torna a contrappore i due ex premier: “Non può esserci nessuna alleanza naturale con D’Alema: se questo è il disegno di Zingaretti allora occire davvero mettere insieme tutte le forze liberal democratiche per opporvisi: a partire da Matteo Renzi”.
E non è la sola critica al governatore del Lazio. Calenda, ancora su Twitter, e riferendosi al messaggio inviato dal candidato alla segreteria a D’Alema, scrive: “Ma se Nicola Zingaretti manda una lettera in cui dice: “Le nostre strade si incontreranno”, possibile che ogni domenica questa lettera arrivi a un indirizzo diverso?!”. Una frecciata via twitter che nasconde uno dei nodi politici decisivi del Congresso del Pd: quello che declina la creazone di un nuovo centrosinistra senza escludere a priori l’alleanza con il Movimento Cinque Stelle. Una faglia che continua ad attraversare il Pd. Ancora Calenda: “Non capisco. L’idea di Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni è ricominciare da D’Alema, Bettini, Bassolino etc per fare un’alleanza con i 5S che stanno crollando in mezzo a mille contraddizioni? Che senso ha. Non si comprende” “A che punto è la notte?”. In attesa del Pd, D’Alema prova a riunire i pezzi della sinistra

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Critiche che sembrano non toccare la linea Zingaretti. Che più che pensare a un’allenza con il Movimento, ritiene indispensabile per il Pd recuperare un dialogo con chi, pur essendo di sinistra, ha votato 5S: “Noi abbiamo bisogno di un Pd più unito, un popolo che si incontra con più rispetto e con meno dispetti e che costruisca finalmente intorno a sé di nuovo una nuova grande alleanza, diversa, ma un’alleanza. Lo dicono i fatti che questo Governo è un fallimento. Non è un giudizio politico è innanzitutto una presa d’atto che la maggioranza non ce la fa. Ed io voglio parlare con i cittadini – conclude Zingaretti – con gli elettori, con i delusi, con coloro che hanno votato Cinque Stelle o addirittura Lega perché delusi da quello che è stato il Partito Democratico in Italia e a loro dico noi vogliamo e stiamo cambiando”. Così in un’intervista al Gr Rai

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