Il Brasile chiede l’arresto di Cesare Battisti: “Pericolo di fuga”

di DANIELE MASTROGIACOMO

Nella decisione, è stato sottolineato che l’attuale presidente della Repubblica Jair Bolsonaro ha il potere di rivedere l’atto di Lula e decidere se Battisti può rimanere in Brasile o dovrà essere rimandato in Italia, dove ha una pena detentiva da scontare.

L’arresto di Cesare Battisti era stato chiesto dalla procuratrice generale del Brasile, Raquel Dodge, per “evitare il rischio di fuga e assicurare una eventuale estradizione”, secondo un comunicato diffuso dalla stessa Procura. Formalmente, il giudice Fux ha revocato così una misura a favore di Battisti, che lui stesso aveva disposto un anno fa.

Secondo Globo, la richiesta di arresto è immediatamente esecutiva. Dopo un’eventuale decisione sull’estradizione, Battisti potrà ancora fare appello alla Corte Suprema.

Raggiunto dall’Ansa l’avvocato di Battisti, Igor Tamasauskas, non commenta: “Non ho avuto accesso alla decisione del giudice, l’ho saputo dai media, non posso commentare”.

La promessa di Bolsonaro a Salvini

Il lungo scontro tra Italia e Brasile sul futuro di Battisti è tornato d’attualità con l’elezione del nuovo presidente: Bolsonaro, rispondendo al messaggio di congratulazioni di Matteo Salvini, aveva promesso che presto Battisti sarebbe stato restituito all’Italia.

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Approfondimento

Generali e guerra ai giudici: il Brasile secondo Bolsonaro

di DANIELE MASTROGIACOMO “Come ho già detto – aveva twittato Bolsonaro – riaffermo il mio impegno a estradare immediatamente il terrorista Cesare Battisti, amato dalla sinistra brasiliana, in caso di vittoria alle elezioni. Dimostreremo al mondo il nostro totale ripudio e impegno a combattere il terrorismo. Il Brasile merita rispetto”.

Battisti aveva replicato alle ‘minacce’ di Bolsanaro, sminuendo il suo potere sulla vicenda: “Lui può dire quello che vuole, io sono protetto dalla Corte Suprema. Le sue sono solo parole. Sono fanfaronate. Lui non può fare niente, c’è una giustizia, io per la giustizia sono protetto, è un processo giudiziario, lui non ha nulla a che vedere con questo”.

Il vicepremier in Brasile a gennaio: le trattative con Brasilia

Il vicepremier, secondo quanto ricostruisce l’Agi, dovrebbe essere nel Paese sudamericano il prossimo 1 gennaio per partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente Bolsonaro. Ma sulla vicenda Battisti a trattare tra Italia e Brasile è il deputato della Lega eletto in Sudamerica Luis Roberto Lorenzato. “È tutto pronto”, aveva fatto sapere Lorenzato.

“Bolsonaro e Salvini già si sono sentiti diverse volte. Il nuovo presidente del Brasile ha scelto gli Stati Uniti, Israele e Italia per avere rapporti forti al di fuori del Brasile”, aveva spiegato il deputato.

La presenza di Salvini in Brasile il 1 gennaio viene confermata anche da altri ‘big’ del partito di via Bellerio (sempre a gennaio il vicepremier potrebbe essere negli Stati Uniti). “Le autorità brasiliane stanno lavorando – aveva anticipato ancora Lorenzato – a un decreto per Battisti come persona non grata. I tempi non sono velocissimi ma dopo l’insediamento alla presidenza del Brasile si accelererà”.

Cesare Battisti e la condanna all’ergastolo

Ex militante dei Proletari armati per il comunismo, una formazione armata della sinistra extraparlamentare, Battisti è stato ritenuto colpevole in via definitiva di concorso in quattro omicidi commessi a metà degli anni ’70 del secolo scorso. Arrestato nel 1979 per banda armata, è evaso dal carcere di Frosinone per fuggire in Francia. Dopo qualche mese si trasferì in Messico dove rimase per una decina d’anni, prima di tornare in Francia nel 1990

L’Italia chiese l’estradizione a Parigi che nel 1991 non la concede e dichiara Battisti non estradanile. Solo nel nuovo millennio la richiesta a Parigi viene reiterata e stavolta – nonostante le proteste di una parte della sinistra francese – viene concessa. Ma Battisti fugge in Brasile, dove nel 2007 viene arrestato nuovamente. Dopo una lunga battaglia legale, il Braile nega l’estradizione. Battisti resta così in Brasile fino ad oggi.

Nell’ottobre di un anno fa era stato nuovamente arrestato perché sorpreso a passare la frontiera con la Bolivia con una somma superiore a quella consentita. C’era stata una lunga battaglia legale al termine della quale era stato scarcerato.

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