Il fardello di misure arlecchino

Ma di quante manovre stanno discutendo la maggioranza e il governo? C’ è quella in Parlamento per la quale è stata chiesta la fiducia. C’è poi quella che viene raccontata nei comizi e ai media dai due leader di partito e vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. E, infine, quella che dovrà essere sottoposta ai partner europei. Un funambolico gioco fatto di numeri, parole e slogan che sta rendendo il nostro Paese ancor più un punto interrogativo. Un punto interrogativo per i mercati, gli investitori, i partner internazionali oltre che per i cittadini.

Per quanto i sondaggi ci dicano che la maggioranza goda di larghi consensi, il voto espresso con il portafoglio non pare essere di segno analogo. Ne è un esempio il flop del Btp Italia dello scorso mese che ha raccolto il minimo di sempre, meno di un miliardo, nonostante si trattasse di un prodotto creato appositamente per il retail, per i singoli risparmiatori. Il contemporaneo aumento dei depositi bancari e uno spread che non scende sono tutti indici di una incertezza nella quale si stanno muovendo imprese e famiglie.

Alla Camera si è votata la fiducia su una manovra sapendo che al Senato dovrà ripartire da zero. Si fa fatica a capire da cosa sia originato l’ottimismo che si respira a Palazzo Chigi. Non è certo figlio del susseguirsi di ondate di annunci di questo o quell’emendamento in Parlamento. I tagli alle pensioni d’oro che sembravano essere usciti dal radar del governo, ora rientrano (per bocca del vicepremier Di Maio) con aliquote tra il 25 e il 40%. E anche il saldo e stralcio sulle cartelle esattoriali torna a essere un’opzione. Il primo è un cavallo di battaglia dei 5 Stelle, il secondo della Lega.

Tra modifiche notturne e fughe in avanti si fa strada una manovra arlecchino servitrice di due padroni, i due vicepremier, che ne fanno oggetto di discussioni e vertici ma guardandosi bene dal metterla a punto con il ministro che sulla carta sarebbe competente e responsabile, Giovanni Tria.

Si preferisce discutere a voce alta di quelle misure leggere che fanno da contorno alla manovra. Non che siano meno pericolose. L’ecotassa per le auto per esempio. I 5 Stelle la difendono, Salvini dice che non un euro di imposta in più sarà pagata da chi acquista un’auto. Ma la cifra relativa agli incassi previsti (300 milioni circa per il primo anno) dà già il peso di quanto si preferisca evitare i nodi della legge di bilancio.

Le misure-cuore, come reddito di cittadinanza e quota 100 per le uscite anticipate, valgono 15,7 miliardi. La strada che sembra di capire si voglia perseguire è quella di una loro attuazione graduale per fare sì che scenda la spesa e con essa anche il rapporto tra deficit e Pil messo sotto osservazione dai partner in Europa. Questo potrebbe servire il primo anno. Ma per quelli a seguire?

E come se non ci fosse la consapevolezza di una situazione tutt’altro che felice per il nostro Paese. Dove non c’è ricchezza da redistribuire, soprattutto se quella ricchezza ancora non si è creata. Anzi, l’Istat ha confermato ieri il passo indietro nel terzo trimestre della nostra economia. Un altro trimestre così e siamo tecnicamente in recessione. Una frenata dovuta a una «marcata contrazione degli investimenti» come certifica l’Istat. Gli investimenti, ecco di cosa ha bisogno l’Italia. Investimenti pubblici sicuramente ma anche di quelli privati interni e dall’estero.

La legge di bilancio serve anche a questo: a far capire dove un Paese vuole andare. Quale direzione sta prendendo. Avremmo bisogno di segnali chiari per spingere gli imprenditori e le famiglie a scommettere ancora e di più su questo Paese. Gli stessi segnali utili ad attirare quegli investitori che dall’estero si sono pian piano allontanati dall’Italia come ci dice ogni giorno quello spread innaturalmente elevato per la seconda potenza manifatturiera d’Europa e sesta economia del G7. Una manovra a testata multipla buona per una campagna elettorale permanente è l’esatto contrario di un segnale chiaro.

CORRIERE.IT

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.