Piazza Affari (+0,6%) la migliore con spiragli su manovra. Il petrolio crolla

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Chiusura contrastata per le Borse europee (seguine qui l’andamento) , con gli investitori attenti al nuovo tonfo del prezzo del greggio e all’andamento fiacco di Wall Street, aperta solamente per metà giornata all’indomani del Thanksgiving. Sono stati messi sotto la lente anche i dati deludenti sull’attività economica europea, oltre che la conferma della frenata del Pil tedesco del terzo trimestre, in ribasso dello 0,2% rispetto ai tre mesi prima. Milano, a fine seduta, ha vantato la performance migliore, beneficiando delle ipotesi di una ripresa delle trattative tra Roma e Bruxelles per rimodulare la Legge di Bilancio e scongiurare la procedura di infrazione. Il FTSE MIBha guadagnato lo 0,6% e lo spread ha chiuso stabile in area 307.

Bene le banche, giù comparto oil
A Piazza Affari sono andate bene le banche con Unicredit (+2%) in prima fila. Banco Bpm, però, ha girato sul finale lasciando sul parterre lo 0,5%. Giù invece i petroliferi, in scia al ribasso del greggio, con il Wti che ha lasciato sul parterre circa il 6% (il contratto con consegna a gennaio, il cui valore si è portato a 51,14 dollari al barile). Saipem è stata la peggiore del Ftse Mib, in ribasso del 2,8%.

Andamento dello spread Btp / Bund

Sotto la lente Telecom
Per tutta la giornata sono rimaste sotto la lente le azioni di Telecom Italia (+2,9%), sull’ipotesi del Sole 24 Ore in base alla quale è allo studio lo scorporo dei servizi telefonici. Prospettiva, questa, che spiana la strada a una eventuale aggregazione con Mediaset (+2%) o una società media.

Petrolio ancora in calo. Euro sotto quota 1,14 dollari
Il prezzo del petrolio a New York sta vistosamente accelerando al ribasso. Il contratto gennaio perde il 6,7% a 50,92 dollari al barile, nuovi minimi dell’ottobre 2017 e si appresta ad archiviare la settima settimana di fila in perdita. All’indomani di una pausa legata al Giorno del ringraziamento – che ieri aveva tenuto chiusi i mercati Usa – tra gli operatori di borsa circola un timore: che alla prossima riunione dell’Opec, prevista a Vienna il 6 dicembre, l’Arabia Saudita ceda al pressing degli Stati Uniti evitando di tagliare la produzione come vorrebbe. Due giorni fa il presidente americano, Donald Trump, in un tweet aveva ringraziato Riad per avere fatto scendere i prezzi del barile esortadola a spingerli ancora più in basso. In cinguettii precedenti il leader Usa aveva fatto capire di essere contrario a un taglio della produzione.

E martedì scorso Trump aveva di fatto ignorato le conclusioni della Cia e deciso di difendere la relazione tra Usa e Arabia Saudita nonostante l’uccisione atroce del giornalista saudita Jamal Khashoggi (la comunità internazionale esclude che il principe erede al trono Mbs non ne sapesse nulla). Alla luce di questo il leader di fatto dell’Opec potrebbe essere costretto a cedere al pressing americano anche se le scorte globali aumentano e i timori di un rallentamento dell’economia mondiale aumentano.

Germania, indicatori manifatturiero ai minimi da quasi 3 anni
Il Pil tedesco è sceso dello 0,2% congiunturale nel terzo trimestre ed è salito dell’1,1% tendenziale, confermando le stime preliminari. L’indice Pmi manifatturiero – calcolo Markit – relativo alla Germania ha segnato un calo a novembre a 51,6 dal 52,2 di ottobre. L’attività dei servizi scende a 53,3 da 54,7 e il composito a 52,2 da 53,4. Il dato sul manifatturiero, ai minimi da 32 mesi e sotto le attese, «dà effettivamente una carta in più in mano a Draghi per definire l’attuale rallentamento non temporaneo ma strutturale, al punto da cambiare la
dizione sui rischi sulla crescita: non più bilanciati ma orientati al ribasso – è il commento di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte Sim – Di
conseguenza le probabilità di una Tltro già il 13 dicembre aumentano malgrado il fatto che il governatore Visco non sarà votante nella prossima riunione. Ieri le minute della Bce hanno segnalato che alcuni membri han denunciato il fatto che potrebbero esservi tensioni sulla liquidità legate alle scadenze della Tltro precedente a metà 2020»

(Il Sole 24 Ore Radiocor )

 

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