Quota 100 per le pensioni e reddito di cittadinanza per 6,5 milioni di persone

nicola lillo
roma

Assegni fino a 780 euro per chi si trova in uno stato di povertà. Ora che Cinque Stelle e Lega hanno strappato il 2,4% del deficit sfondando la resistenza del ministro dell’Economia, il vicepremier Luigi Di Maio può festeggiare e lanciare la bandiera del Movimento, il reddito di cittadinanza. Mentre il leader della Lega Matteo Salvini mette in tasca il superamento della legge Fornero, mettendo così in capo «quota 100» per le pensioni. «Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento», dicono i due vicepremier che per la prima volta sfidano senza titubanze l’Europa e i vincoli di bilancio.

Il ministro Giovanni Tria aveva infatti messo l’asticella del deficit all’1,6%.Un numero che avrebbe permesso di spendere circa 12 miliardi in deficit, in pratica la somma che sarebbe servita per disinnescare gli aumenti dell’Iva e nulla più. Ora però che il numerino scritto nero su bianco è al 2,4%, le risorse da spendere al netto degli aumenti dell’Iva sono più di dieci miliardi. La somma più volte richiesta dai due partiti di maggioranza che permette di rispettare (solo in parte) le promesse elettorali.

Via al reddito di cittadinanza

Il testo della manovra non è ancora stato scritto, per questo i dettagli del reddito di cittadinanza non sono disponibili. Il vicepremier Di Maio ha promesso che partirà da marzo, prima dunque delle elezioni europee su cui puntano i Cinque Stelle. Secondo quanto trapela si tratterà in sostanza di un Reddito di inclusione molto più ricco. Il Rei voluto dai governi Renzi e Gentiloni verrà dunque rinforzato con diversi miliardi. Dovrebbero rimanere infatti i limiti patrimoniali, a partire dalla casa di proprietà che potrebbe far diminuire l’assegno.

Questa ipotesi piace anche alla Lega, che considera così la misura più equa. Il Rei destina al massimo 540 euro, mentre ora con il reddito di cittadinanza si potrà avere come minimo 780 euro, che possono anche arrivare ai 1.300 per le famiglie più numerose. Tutto dipenderà dunque dall’Isee (l’indicatore della situazione economica), che potrebbe arrivare fino agli 8 mila euro o più. La misura dovrebbe essere comunque a tempo, come hanno chiesto i leghisti (al massimo per tre anni). Ci sono inoltre dei limiti per gli stranieri: potranno godere dell’assegno mensile i cittadini comunitari e gli extracomunitari residenti da almeno dieci anni in Italia (per il Rei la soglia è di due)evitando così problemi di costituzionalità. I Cinque Stelle puntano a raggiungere 6,5 milioni di persone.

 

Servono poi due miliardi di euro per potenziare i centri per l’impiego, che dovranno sottoporre proposte di lavoro a chi riceve il reddito. Potranno essere rifiutate al massimo tre offerte, altrimenti si perde l’assegno. Oltre al deficit, che ora è ben più ampio di quanto fosse in precedenza, il sussidio sarà finanziato anche dalle risorse assorbite dallo stesso Rei (2,5 miliardi) e da circa 1,5 miliardi per la Naspi.

 

Pensioni di cittadinanza

Al via dal primo gennaio un altro pilastro del programma dei Cinque Stelle, cioè le pensioni di cittadinanza. In questo modo il M5S punta a far salire le pensioni minime fino ai 780 euro. «Via libera alla pensione di cittadinanza, che dà dignità ai pensionati», esulta Di Maio. Anche in questo caso non è ancora chiaro chi potrà beneficiare della misura, che deve essere ancora scritta. Sono a lavoro i tecnici dei grillini – che spesso non si affidano agli uffici legislativi dei ministeri, di cui poco si fidano. La misura comunque non piace troppo alla Lega, dato che in questo modo vengono alzati gli assegni senza che siano stati versati i necessari contributi negli anni passati. La misura è stata infatti molto criticata dal consigliere economico di Salvini ed esperto di pensioni, Alberto Brambilla.

 

Superata la Fornero

Il tema più atteso, almeno stando ai sondaggi, è comunque il superamento della Fornero e l’introduzione di quota 100, un meccanismo che permette di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi o 63 di età e 37 di contributi o ancora 64 anni di età e 36 di contributi (questa almeno l’ultima ipotesi). La misura, su cui punta soprattutto il leader del Carroccio Salvini, dovrebbe interessare «almeno 400 mila persone» e per il governo si tradurrà in altrettanti posti di lavoro. Un meccanismo di turn-over che per molti economisti è tutto da dimostrare.

 

Primo passo per la flat tax

Il governo ha inoltre avviato un primo assaggio di quella che chiamano flat tax (tassa piatta), anche se tale non è. La misura per ora sarà destinata ad autonomi e piccole imprese con ricavi fino a 65 mila euro. Per loro è in arrivo un prelievo del 15% (finora valido per chi guadagna fino a 30 mila euro) che dovrebbe riguardare 1,5 milioni di italiani, il costo della misura è di 1,5 miliardi. Di fatto è un allargamento del fisco forfettario. Sull’Irpef si ragionerà invece nei prossimi anni.

 

Truffati e pace fiscale

Aumentano poi i fondi per i «truffati dalle banche». Inizialmente si ipotizzava un fondo di 500 milioni, ma ora Di Maio annuncia che si arriverà a 1,5 miliardi di euro. È prevista inoltre la «pace fiscale», un condono che prevede la chiusura delle cartelle Equitalia e che porterà un incasso di 4-5 miliardi. La misura per la Lega dovrebbe riguardare i pendenti fino a un milione di euro, mentre i Cinque Stelle vorrebbero fermarsi ai 100 mila euro. Una bozza del Def – considerata però superata – indica quest’ultima soglia.

LA STAMPA

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