Europa poco mossa aspettando la stretta Fed, a Milano brilla Luxottica

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Le Borse europee hanno chiuso poco mosse una seduta cauta, in attesa delle decisioni della Federal Reserve (è previsto un rialzo dei tassi di 25 punti base a 2-2,25%, ma il focus sarà sulle indicazioni sui prossimi aumenti). Madrid ha chiuso a +0,39%, Francoforte +0,09%, Londra attorno alla parità e Parigi +0,61%. Piazza Affari ha segnato un -0,10%, con il calo dello spread BTp-Bund a 230 punti (237 in apertura). Dall’altra parte dell’oceano, anche Wall Street si muove in modesto rialzo, in attesa di capire che indicazioni darà il presidente della Banca centrale americana Jerome Powell sulla futura traiettoria del costo del denaro. Il FTSE MIB non sembra risentire in modo particolare del fatto che S&P ha di nuovo tagliato le stime sull’Italia, forte delle rassicurazioni del ministro all’Economia, Giovanni Tria, che, preannunciando che i saldi del Def saranno svelati domani, ha rassicurato che «la manovra deve essere di crescita, ma non deve lasciare dubbi sulla sostenibilità del debito. Quando abbiamo chiesto la fiducia – ha spiegato – c’è stato anche questo, di proseguire sul sentiero di discesa del debito per conservare la fiducia degli investitori, ma anche dei risparmiatori, perché dobbiamo difendere i risparmi degli italiani dall’aumento dei tassi». Intanto il Tesoro ha assegnato 6 miliardi di Bot a sei mesi.

In calo Telecom e StMicroelectronics
A Milano ha brillato Luxottica Group (+2%), sotto osservazione come tutto il comparto moda e lusso dopo l’operazione Versace-Michael Kors, e maglia nera per Telecom Italia (-2,01%), sull’aumento delle offerte nell’asta per le frequenze 5G, e Stmicroelectronics (-1,64%), che risente del calo del comparto dei semiconduttori. Sono andate bene anche le utility, con Terna (+0,83%) in prima fila sulla scia del buon andamento del comparto in Europa, Pirelli (+1,38%) e Ferrari (+1,09%), in attesa del Salone dell’Auto di Parigi, quando saranno presentati tre nuovi modelli. In ordine sparso le banche, con Intesa Sanpaolo (-1,52%) e Unicredit (-1,34%) tra le peggiori. L’istituto guidato da Jean Pierre Mustier è sotto i riflettori per l’ipotesi di aggregazione internazionale nel 2019, una possibilità che per il momento lascia freddi gli operatori del mercato azionario, che preferiscono guardare ad altri dossier, come quello della possibile maxi ricapitalizzazione di Deutsche Bank (-1,33% a Francoforte). Debole anche Tenaris (-0,78%) a causa delle prese di beneficio dopo il +10% segnato nella prima metà del mese e nel giorno in cui è stata annunciata l’acquisizione del 48% della rivale Saudi Steel Pipe per 144 milioni di dollari.

Titoli della moda sotto i riflettori
I titoli della moda italiana sono sotto la lente dopo l’operazione di Michael Kors su Versace. Luxottica è in netto aumento, perché secondo gli analisti di Equita il gruppo non va incontro a rischi a causa della fusione Versace-Michael Kors (attualmente produce occhiali per entrambe le società e manterrà le licenze), Moncler si è invece attestata in calo (-0,26%) e Salvatore Ferragamo (+0,09%) poco sopra la parità, mentre fuori dal listino principale Tod’s (invariata), Aeffe (+1,69%) e Brunello Cucinelli (-0,89%) si sono mosse in ordine sparso.Gli investitori già si interrogano sulle prossime operazioni straordinarie, anche se per i gruppi quotati a Piazza Affari non si profilano fusioni e acquisizioni all’orizzonte. Intanto gli analisti raccomandano cautela sulla maggior parte delle società ritenendo che siano già correttamente valutate.

Balzo Conafi e Gedi fuori dal Ftse Mib
Fuori dal listino principale, svetta il gruppo dell’intermediazione finanziaria e della cessione del quinto Conafi (+22,02%, dopo essere entrato in asta di volatilità nel corso della seduta), che ha chiuso il primo semestre in attivo di 1,35 milioni, contro il rosso da 823.000 euro dello stesso periodo dell’anno scorso, e prevede ora di chiudere in utile anche l’intero 2018. A passo rapido anche Gedi Gruppo Editoriale (+4,24%), dopo che Rai Way ha sottoposto ai soci di Persidera (controllata per il 70% da Telecom e per il 30% da Gedi) un’offerta vincolante per l’acquisizione dell’infrastruttura di rete e delle relative attività della società. In rialzo invece Danieli Ord dopo tre cali consecutivi e dopo aver chiuso l’esercizio 2017-18 con un utile di 58 milioni di euro (+16%): secondo Equita i risultati sono inferiori alle previsioni ma sono statai confermati i target 2019.

A Parigi bene Bouygues, nel Vecchio Continente in recupero le auto
Le principali piazze europee hanno chiuso in modesto rialzo, con Parigi a passo leggermente più rapido grazie a Bouygues (+2,66%, sostenuta da un report positivo di JPMorgan) e LafergeHolcim (+3,3%). Sotto osservazione il settore auto (+0,2% l’indice di settore Euro Stoxx 600 Auto), dopo che la tedesca Bmw (+0,04% a Francoforte) ha tagliato le guidance sull’utile 2018, anche a causa dell’impossibilità di compensare i dazi in Cina con un aumento dei prezzi perché le principali concorrenti hanno una produzione locale. Bene le rivali francesi, con Peugeot in rialzo dell’1,67% e Renault dello 0,41%. In generale calo il settore energetico, complice il rialzo delle scorte settimanali americane, con Total in ribasso dello 0,29% a Parigi e Bp in discesa dello 0,12% a Londra. In calo anche il comparto dei semiconduttori, con St in discesa dell’1,55% a Parigi (è stata tra le peggiori anche a Milano) e Infineon in ribasso dell’1,38% a Francoforte.

S&P dà una nuova sforbiciata alle stime
S&P Global Ratings ha tagliato di nuovo le stime sulla crescita dell’Italia, dopo la revisione annunciata lo scorso giugno. Nel dettaglio la società di rating stima che il pil italiano salirà dell’1,1% sia per il 2018 (dall’1,3 di giugno) che per il 2019 (dall’1,2%). A giugno la società di rating aveva già abbassato le stime del pil per il 2018 dall’1,5% della proiezione precedente di marzo mentre aveva lasciato invariata all’1,2% quella per il 2019. Gli economisti di S&P hanno deciso di rivedere le previsioni anche sul pil dell’Eurozona al 2% nel 2018 (da 2,1%) confermando invece la proiezione dell’1,7% per il 2019, dopo la performance deludente di crescita dell’Eurozona rispetto agli Stati Uniti dall’inizio dell’anno, anche se gli indicatori economici sembrano preannunciare una ripresa di velocità che potrebbe andare a sostenere anche l’euro nel breve termine. Inoltre, sotto al capitolo rischi politici, gli esperti di S&P hanno menzionato in particolare i negoziati per la Brexit e le trattative sulla legge di bilancio in Italia che «contribuiscono a esercitare pressione ribassista sull’euro fino ad almeno la metà del 2019».

Dollaro stabile, petrolio in calo dopo scorte Usa
L’euro è scambiato a 1,1746 dollari (1,1767 in apertura e alla chiusura di ieri), e vale 132,722 yen, mentre il rapporto dollaro/yen è a 112,99. I future a novembre del Wti scendono dello 0,72% a 71,76 dollari, quelli del Brent dello 0,6% a 81,4 dollari, dopo il rialzo delle scorte settimanali Usa. Il petrolio si conferma in calo dopo l’aumento delle scorte settimanali di greggio americane, in crescita dopo cinque cali consecutivi. Il dato è aumentato di 1,852 milioni di barili a 395,989 milioni di unità, mentre gli analisti attendevano una contrazione di 1,3 milioni di barili. Secondo i dati diffusi dal dipartimento all’Energia, gli stock di benzina sono aumentati di 1,53 milioni di barili a 235,68 milioni di barili, dopo il calo di 1,719 milioni di barili della settimana precedente.

Btp, rendimento risale a 2,81%. Spread a 230 punti
Dopo una apertura in rialzo a 237 punti, lo spread tra BTp e Bund è tornato a scendere. I BTp scambiati sul secondario telematico hanno chiuso la seduta sui minimi di giornata, dopo aver invertito l’iniziale rotta negativa attorno alla metà giornata. Ancora una volta l’apprezzamento dei titoli italiani è stato più ampio degli altri titoli sovrani periferici con il differenziale di rendimento con i Bund di pari scadenza che termina a 230 punti base, se si considera il titolo benchmark dicembre 2028 (Isin IT0005340929), dai 235 della vigilia e dai 237 punti base dell’avvio di stamani. Il rendimento dei decennali italiani cala al 2,83% contro l’1,9% dei decennali portoghesi che perdono leggermente terreno e l’1,52% dei Bonos spagnoli di pari scadenza sostanzialmente invariati.

Bene l’asta dei Bot a sei mesi, collocati 6 miliardi con rendimenti in calo
E’ andata bene l’asta dei Bot a sei mesi, con i tassi che sono risultati in calo. Il Tesoro ha emesso 6 miliardi di Buoni a 6 mesi scadenza 28/03/2019 spuntando un rendimento pari allo 0,206%, in flessione di 23 centesimi rispetto all’asta del mese precedente. Buona la domanda, che si è attestata a 9,857 miliardi di euro, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,64. Il regolamento dell’asta cade sul prossimo 28 settembre.

In Usa vendite case nuove sopra le stime
Le vendite di case nuove hanno recuperato terreno in agosto dopo il calo precedente. Il dato è salito del 3,5% a 629.000 unità, meglio delle stime per un guadagno dello 0,5%. Nei primi otto mesi del 2018 il dato è salito del 12,7% sullo stesso periodo del 2017. Il passo delle vendite di case nuove resta ben al di sotto dei livelli alti visti prima della crisi del 2007-2009. Le vendite di case nuove rappresentano circa un decimo del mercato immobiliare americano. Il picco risale al luglio 2005, quando sfiorarono quota 1,4 milioni. I minimi invece sono stati visti nel febbraio 2011 a 270.000.

Borsa Tokyo, ottavo rialzo di fila
Ancora una seduta positiva per la Borsa di Tokyo, che prosegue la striscia di rialzi e registra l’ottava seduta positiva consecutiva. In attesa delle decisioni della Federal Reserve sui tassi l’indice Nikkei ha guadagnato lo 0,39% attestandosi oltre la soglia dei 24.000 punti, a 24.033,79 punti. Il piu’ ampio indice Topix ha chiuso con un calo marginale dello 0,04% a 1.821,67 punti. Sui mercati valutari il dollaro ha ristagnato attorno a 112,89 yen, mentre l’euro ha recuperato un po’ di terreno chiudendo a 132,75 yen, contro i 132,61 yen della vigilia.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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