Caso Diciotti, Salvini indagato per sequestro di persona aggravato

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ricevuto l’avviso di garanzia con il quale il Tribunale di Palermo gli contesta il reato di sequestro di persona aggravato, correlato alla vicenda dei migranti trattenuti alcuni giorni, ad agosto, sulla nave Diciotti. Il ministro ha aperto in diretta Facebook la busta inviata dalla Procura di Palermo: “Sospetto che qualcuno voglia fermarmi”.

“Interrogatemi domani, vengo a piedi a Palermo domani a spiegare cosa ho fatto, mi costituisco – ha commentato il ministro -. Sui 100 immigrati che io avrei sequestrato, 75 sono spariti. Io ho sequestrato delle persone che sarebbero scappate dalla guerra che a fronte di accoglienza garantita, vitto, alloggio, pane e salame, doccia, telefono come hanno risposto? Spariti. Una volta liberati li metti in albergo e scappano e non si fanno identificare. Vorrei sapere dai Saviano, dai Renzi, dai Gad Lerner, dai Santoro cosa pensano”.

Salvini ha quindi sottolineato che “Se domani in Italia dovesse arrivare un’altra nave di clandestini, in Italia non sbarca. Sapete quando ne sono arrivati, di migranti dalla Libia, dopo l’affare Diciotti? Zero. Quindi penso che in questi tre mesi, in questo ufficio, si è fatto quello che non è stato fatto per cinque anni”.

Salvini apre in diretta Facebook lʼavviso di garanzia

“Qui – ha quindi proseguito il vicepremier – c’è la certificazione che un organo dello Stato indaga un altro organo dello Stato. Con la piccolissima differenza che questo organo dello Stato, pieno di difetti e di limiti, per carità, è stato eletto, altri non sono eletti da nessuno”.

Il leader della Lega ha quindi parlato del caso dei fondi del Carroccio. “L’altra sentenza in cui mi sequestrano soldi che non ci sono, conti all’estero che non ci sono per eventuali errori commessi da altri 10 anni fa mi fa venire come il dubbio che c’è qualcuno che vuole fermare Salvini, la Lega e la voglia di cambiamento del popolo italiano”. Ma, ha garantito, “non fermeranno né Salvini, né la Lega, né la voglia di cambiamento del popolo italiano”.

TGCOM

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