La Commissione europea proporrà la fine del cambio da ora legale a solare

BRUXELLES – La Commissione europea proporrà di abolire il passaggio tra ora legale e solare in tutta l’Unione europea, venendo incontro alle richieste dei paesi dell’Est e del Nord capeggiati da Polonia e Finlandia. “La gente vuole farlo, quindi lo faremo”, ha spiegato in mattinata il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, annunciando una proposta per le prossime ore. Una proposta che rischia però di aprire un “caos lancette”, se – come specificato in seguito da Bruxelles – lascerà mano libera agli Stati di scegliere se aderire all’orario estivo o invernale.

In effetti sul tema si sono pronunciati 4,6 milioni di cittadini – numero record per un sondaggio di Bruxelles – che hanno risposto alla consultazione pubblica lanciata dall’esecutivo comunitario tra il 14 luglio e il 16 agosto. E tra questi ben l’84% era favorevole ad abolire l’obbligo del doppio orario in Europa. “Sono dell’avviso che in futuro debba essere l’ora estiva a divenire la regola”, ha spiegato il presidente intervenendo su un’emittente tedesca.

Il tema nei paesi settentrionali ed orientali del continente è decisamente sentito. E’ al centro di accesi dibattiti in Germania, in Polonia addirittura ha messo d’accordo tutto l’arco costituzionale di Varsavia, di solito impegnato a litigare duramente su tutto il resto. Ma anche in Lituania, Estonia e Svezia ci sono movimenti determinati a mantenere solo l’ora estiva. Il motivo? Secondo uno studio del Parlamento polacco, ad esempio, il cambio di orario danneggia l’economia e soprattutto farebbe male alle persone.

Se questo dato non è unanimemente accettato dalla comunità scientifica, secondo i sostenitori dell’iniziativa lo spostamento delle lancette due volte l’anno disturba il sonno, provoca cambiamenti e squilibri nel corpo, genera sbalzi di umore e aumenta l’incidenza di attacchi cardiaci, incidenti stradali o infortuni sul lavoro. Il doppio orario, introdotto da alcuni paesi già dalla Prima guerra mondiale e armonizzato nella Ue nel 2000, è stato pensato per dare più luce ai paesi del Sud, ma può essere fastidioso al Nord dove – secondo i sostenitori dell’abolizione dello status quo – finisce per alterare i ritmi circadiani.

Dopo le esternazioni di Juncker, la Commissione ha ufficializzato i dati preliminari della consultazione e rimarcato che più dei tre quarti dei rispondenti (76%) “ritengono che il cambio dell’ora due volte l’anno sia un’esperienza ‘molto negativa’ o ‘negativa’. Per giustificare un’eventuale abolizione del cambio dell’ora i rispondenti hanno avanzato considerazioni legate agli effetti negativi sulla salute, a un aumento degli incidenti stradali o all’assenza di un risparmio energetico”. Confermando le indiscrezioni circolate, i dati di Bruxelles dicono che la stragrande maggioranza degli interventi è arrivata dalla Germania (dove ha partecipato il 3,79% della popolazione), mentre l’Italia è al terzultimo posto con un misero 0,04%: significa in soldoni nemmeno trentamila risposte, contro gli oltre 3 milioni dai tedeschi.

Nella nota ufficiale non si è fatto riferimento alla scelta dell’orario estivo, ma genericamente a una prossima proposta da sottoporre. Dopo le esternazioni di Juncker, un portavoce di Bruxelles ha rimarcato che “spetta agli Stati membri decidere se restare all’ora solare o all’ora legale”, in quanto “la scelta del fuso orario resta una competenza nazionale”. Nella proposta ufficiale, dunque, ci si limiterà ad abolire lo spostamento delle lancette e ci si appellerà alle discussioni tra le capitali perché si arrivi a un risultato “coerente”. In una ipotesi di ora estiva permanente, tra l’altro, ai Paesi nordici ne deriverebbe un risparmio energetico d’inverno grazie a un’ora in più di luce. In Italia si “salverebbe” la possibilità di avere serate estive più lunghe e luminose, soffrendo magari un poco di più nelle mattinate invernali che sarebbero più buie e fredde.

L’attuale regolamentazione da mesi era comunque contestata dai gruppi dei paesi del Nord e dell’Est anche all’Europarlamento tanto che a febbraio l’aula di Strasburgo si era già dovuta esprimere sul tema, senza però trovare una maggioranza a favore dell’abolizione del doppio orario. Ma la spinta degli eurodeputati ha indotto la Commissione a occuparsi del tema, a promuovere studi e infine a lanciare la consultazione pubblica che ha dato ragione in modo schiacciante ai nemici dell’ora invernale.

Se ci fossero, magari al Sud Europa, cittadini contrari al cambiamento (o meglio all’abolizione del doppio cambio d’orario), dovrebbero ora sperare nell’Europarlamento e nei Capi di Stato e di governo, che saranno chiamati ad esprimersi sulla proposta di adottare l’ora legale per tutto l’anno, abbandonando il passaggio all’ora solare durante l’inverno. Se però la proposta sarà adottata dai governi dell’Ue e dall’Europarlamento, la proposta della Commissione per abolire il cambio di ora “sarebbe vincolante per tutti gli Stati membri”, come rimarcato dal portavoce dell’esecutivo comunitario, Alexander Winterstein.

REP.IT

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