Di Maio difende Salvini: “Ma rispetto i magistrati”. Malumori nel Movimento. E il leader leghista alza ancora i toni

ROMA. Difendere Salvini, indagato per il caso Diciotti, senza attaccare i magistrati. È il compito ingrato toccato nelle ultime ore a Luigi Di Maio, vicepremier e leader di un Movimento un tempo implacabile con i politici colpiti anche solo da un avviso di garanzia. È questa la sfida per i 5Stelle nelle prossime ore.

L’imbarazzo di Di Maio e Bonafede. Berlusconi contro i magistrati
Ieri Di Maio ha provato a barcamenarsi. Ha detto che il ministro dell’Interno può restare al suo posto: “Perché non ha violato il codice etico previsto dal contratto”. Ha parlato dell’inchiesta come di un “atto dovuto” da parte dei magistrati. E poi ha chiesto di non attaccare le toghe: “Le istituzioni vanno rispettate”. Un guaio per lui la presa di posizione di Silvio Berlusconi che ha difeso il quasi ex alleato leghista non lasciandosi scappare l’occasione per attaccare la magistratura: “Esprimo la mia vicinanza a Salvini – ha detto il Cavaliere – ancora una volta l’autorità giudiziaria è intervenuta su una vicenda esclusivamente politica su cui non dovrebbe minimamente interferire”. Il rischio, per i grillini, è di trovarsi schiacciati sulle posizioni di Forza Italia. Anche il ministro della Giustizia, il 5 Stelle Alfonso Bonafede, ha mostrato imbarazzo: “La magistratura può essere criticata ma mai offesa”, sono state le sue parole. Troppo poco per i magistrati, come dimostra l’intervista a Repubblica di Francesco Minisci, presidente dell’Anm.

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L’inquietudine dell’ala M5S vicina a Fico
Il problema per Di Maio è ora l’ala del Movimento più vicina a Fico. Tante, nelle ultime ore, le dichiarazioni di attacco a Salvini: da Paola Nugnes a Luigi Grillo, da Aldo Penna a Elena Fattori. E poi ci sono gli esponenti siciliani, che vivono con disagio le dichiarazioni contro il procuratore di Agrigento: “Non ho dubbi sul fatto che abbia condotto le indagini con imparzialità”, dice il capogruppo in Consiglio comunale a Palermo Ugo Forello.

Diciotti, Di Maio: ”Salvini indagato rimanga al suo posto, non vìola il codice etico M5s”

Le critiche della Chiesa: “Non fare politica sui poveri”
La Chiesa è intervenuta per accogliere buona parte dei profughi della Diciotti, ma non ha risparmiato le sue stilettate al governo: “Abbiamo deciso di entrare in una
situazione di stallo che era ormai diventata insostenibile per tutti”, ha detto il portavoce della Conferenza episcopape, don Ivan Maffeis. E anche papa Francesco ha trovato il modo per fare sentire la sua voce, durante la visita in Irlanda: “Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero!”, ha detto. “No all’egoismo”.

Salvini alza i toni: “Un brindisi a chi indaga”
Matteo Salvini però non facilita il compito dei 5Stelle. Continua a rilanciare la sfida contro i magistrati. Ieri si è fatto fotografare con una pinta di birra e il messaggio provocatorio scritto sui social. “Un brindisi a chi indaga, insulta o ci vuole male”.

Poi è tornato ad attaccare il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio: “Qualche mese fa diceva che il rischio di terroristi a bordo è alto. Ha cambiato idea? Per me il problema rimane lo stesso anche oggi”.

La previsione di un “autunno caldissimo”
“Sarà un autunno caldissimo, faremo una legge di bilancio coraggiosa ma se in Europa ci hanno trattato così sul’immigrazione mi immagino cosa faranno sui conti”, ha detto ieri Di Maio presentando il governo gialloverde come sotto assedio. Di sicuro sullo sfondo resta la sfida tra i due alleati. Con i 5Stelle che dovranno provare a non farsi schiacciare troppo dalla propaganda leghista sui migranti. Non a caso ieri di Di Maio ha rilanciato due misure simbolo per i 5Stelle: il ddl anticorruzione con l’introduzione del Daspo per i corrotti e la legge sul taglio alle pensioni d’oro. Due misure che il M5S vuole portare in Parlamento a settembre, accelerando anche sul reddito di cittadinanza. Mentre Salvini affila le armi sul pacchetto sicurezza. Entrambi, comunque, mantengono toni bellicosi nei confronti dell’Unione europea. Solo ieri Di Maio è tornato a minacciare il veto italiano sul bilancio Ue – l’aveva fatto anche Salvini il giorno precedente – e sul trattato Ceta.

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