Il governo studia un “Pacchetto Sud”. Pronti incentivi e bonus assunzioni al 100%

roberto giovannini
roma

A settembre arriverà un pacchetto di misure per l’occupazione nel Mezzogiorno. Il cosiddetto «Pacchetto Sud», messo a punto dal ministro per il Mezzogiorno Barbara Lezzi, in parte sarebbe già finanziato con risorse disponibili e stanziate, e in parte dovrà invece trovare i necessari stanziamenti. Tra le misure allo studio del governo – su cui ovviamente si dovrà esprimere prima il ministro dell’Economia Giovanni Tria – c’è la stabilizzazione del bonus al 100% per i contratti per le imprese che assumono a tempo indeterminato nel Mezzogiorno, che altrimenti scadrebbe a fine anno. Ed è possibile anche il via libera a un ampliamento della platea dell’incentivo per i giovani imprenditori del programma «Resto al Sud». In cantiere, infine, anche norme di semplificazione per l’utilizzo dei fondi Ue, che però vanno concordate con Bruxelles.

Vediamo in dettaglio le misure allo studio. Quella più certa, perché sarebbe già dotata di finanziamenti, è l’allargamento dell’incentivo «Resto al Sud», destinato oggi agli imprenditori con meno di 35 anni che avviano nuove iniziative (esclusa agricoltura, libera professione e commercio). Il finanziamento (35% a fondo perduto, 65% con prestito senza interessi, per un costo complessivo di 1,25 miliardi) copre integralmente le spese per l’acquisto di impianti, macchinari e altre voci di spesa di avvio dell’attività. Dal suo avvio a gennaio, stando agli ultimi dati di luglio, sono state già presentate 11.420 domande, di cui 3.422 già perfezionate (per 111 milioni di agevolazioni complessive) e 789 già approvate per 52,3 milioni di investimenti (l’investimento medio è di circa 66mila euro). A fronte di questi numeri la previsione è che «Resto al Sud» possa generare oltre 3mila nuovi posti di lavoro. L’obiettivo sarebbe quello di moltiplicare l’effetto positivo dell’incentivo, innalzando l’età di chi può fare richiesta, oggi fissata a massimo 35 anni.

 

La seconda misura, che però ha bisogno di uno stanziamento di almeno 500 milioni per ogni anno, è la trasformazione in strutturale e permanente del bonus decontribuzione per chi assume a tempo indeterminato al Sud. L’incentivo – che prevede lo sconto del 100% dei contributi del lavoratore neoassunto fino a un tetto di 8.000 euro, e riguarda le assunzioni stabili di giovani e di disoccupati da almeno 6 mesi con più di 35 anni di età – scadrebbe a fine nel 2018. L’intenzione sarebbe appunto quella di renderlo un bonus permanente.

 

Infine, si lavora anche a semplificazioni che consentano di snellire per procedure per l’uso dei fondi europei. Se è vero che non mancano sprechi e inefficienze, dicono al ministero della Coesione Territoriale, va detto che spesso le amministrazioni periferiche vengono «ingolfate e strozzate» da un sistema burocratico la cui complessità appesantisce e rallenta le procedure. In questo contesto, diventa funzionale intervenire in contemporanea sul fronte interno e sul fronte europeo, con la Commissione.

 

Come spiega la ministra Lezzi all’Ansa, la speranza è che nella legge di Bilancio ci siano altre misure specifiche per il Sud. La principale «resta l’introduzione del 34% degli investimenti ordinari da destinare al Sud», afferma Lezzi, visto che attualmente la percentuale di stanziamenti ordinari in conto capitale non supera il 29%. La misura che lega gli investimenti alla popolazione di riferimento (criterio che porta la quota per il Mezzogiorno al 34%) era stata già prevista con la legge di Bilancio per il 2017 ma «non attuata». Per il ministro, «oltre al settore pubblico, ai ministeri» una estensione del vincolo anche a Rfi e Anas rappresenterebbe infine «un punto di svolta».

LA STAMPA

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