Maersk attracca a Pozzallo. Salvini: “Abbiamo cuore buono…”. Guardia Costiera: “Risponderemo sempre a Sos”

Si è conclusa poco dopo la mezzanotte, nel porto siciliano di Pozzallo, l’odissea della nave portacontainer danese Alexander Maersk, ferma al largo delle coste italiane in attesa di poter sbarcare in un porto sicuro a causa di un braccio di ferro tra Matteo Salvini e le autorità europee. Ieri il Viminale ha dato il via libera allo sbarco: “Abbiamo il cuore buono a differenza di Macron” ha ironizzato il ministro dell’Interno, confermando che però “le Ong non toccheranno mai più un porto Italiano. Il cargo aveva persone da soccorrere su indicazione della Guardia Costiera, che è lo Stato italiano, le Ong straniere non toccheranno più porti italiani”, ha sottolineato Salvini.

Dalla Guardia Costiera arriva però un avvertimento al ministro, dinanzi a una richiesta di soccorso si interverrà sempre. “Abbiamo risposto sempre, sempre rispondiamo e sempre risponderemo a ciascuna chiamata di soccorso” afferma comandante generale della Guardia Costiera, l’ammiraglio Giovanni Pettorino, in un’intervista all’ANSA, cancellando ogni dubbio su quale è e sarà il comportamento dei suoi uomini. “Lo facciamo – aggiunge – perché è un obbligo giuridico ma anche un obbligo che sentiamo moralmente: tutti gli uomini di mare, da sempre e anche in assenza di convenzioni, hanno portato soccorso e aiuto a chi si trova in difficoltà in mare. Noi non abbiamo mai lasciato solo nessuno in mare”.

L’ammiraglio ribadisce che su questo punto la normativa è chiarissima. “Noi continuiamo ad operare secondo quelle che sono le convenzioni internazionali del mare – spiega – vale a dire la convenzione di Amburgo, in particolare, e la convenzione di Montego Bay. Convenzioni che l’Italia ha ratificato con legge e la cui applicazione, quindi, è obbligatoria. Per noi e per tutti i paesi che le hanno firmate”.

“Noi operiamo sulla base della Convenzione di Amburgo per la ricerca ed il soccorso in mare, che è del 1979 ed è nata per episodi che accadono una volta ogni tanto, non all’ordine del giorno. Quello che sta accadendo adesso è invece un esodo epocale, biblico – prosegue Pettorino – con un intero popolo che si sposta o tenta di spostarsi via mare in un tratto breve ma pericoloso, con mezzi inadeguati e dunque occorre rivedere la Convenzione”. Nelle traversate del Mediterraneo, ha ricordato l’ammiraglio, “in questi anni sono morte migliaia di persone, partite con mezzi fatiscenti, non registrati, sovraffollati, senza dotazioni adeguate. Una situazione che, a quei tempi, gli estensori della Convenzione di Amburgo non pensavano potesse accadere”. Dunque, ha proseguito, “le regole attuali vanno adeguate, funzionano benissimo per emergenze episodiche, ma non possono essere trasferite ad una situazione di esodo biblico che dura da anni. Le norme che devono governare questo fenomeno – ha aggiunto il comandante – sarebbe necessario che a tutela di tutti venissero stralciate dalla Convenzione e facessero parte di un pacchetto a se stante”.

La prima destinazione dei profughi della Maersk è l’hotspot di Pozzallo per l’identificazione. Le loro condizioni di salute sono buone, come ha confermato il medico marittimo Vincenzo Morello, salito a bordo prima dell’attracco in porto per accertare eventuali emergenze sanitarie.

I 108 migranti, prima di essere trasferiti sul cargo danese, erano stati tratti in salvo dalla Lifeline, la nave della Ong tedesca bloccata da giovedì scorso al largo di Malta con altri 234 migranti, al centro di un braccio di ferro tra gli stati europei su chi debba accoglierli.

Lo sbarco della Alexander Maersk ha permesso anche il ricongiungimento di una famiglia sudanese che si era dovuta separare dopo l’evacuazione sanitaria dalla nave avvenuta sabato mattina, con una ragazzina di 8 anni fortemente disidratata ricoverata in ospedale per una gastroenterite. Insieme a lei erano scesi dalla nave la madre e la sorellina di due anni mentre a bordo erano rimasti il padre e un fratello di 4 anni. Stasera la famiglia si è ricongiunta per la gioia della bimba più piccola che da giorni chiedeva disperata notizie del padre e del fratellino.

Anche in forza di questo caso umanitario e delle cattive condizioni meteo, con un violento temporale che si era abbattuto lungo la costa ragusana, il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna si era appellato ieri mattina al ministro dell’Interno Matteo Salvini affinché autorizzasse lo sbarco dei migranti a bordo della Maersk. Una posizione condivisa anche dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma, che in una lettera al Comandante generale della Guardia Costiera, Ammiraglio Giovanni Pettorino, aveva chiesto “urgenti informazioni sugli ordini impartiti relativamente alla impossibilità di approdo della nave container” sostenendo che i migranti a bordo “si trovano di fatto private della libertà personale”. Appelli che alla fine hanno fatto breccia, tanto che in serata è arrivato il via libera all’ingresso in porto della Alexander Maersk da parte del ministero dell’Interno.

Un annuncio fatto dallo stesso sindaco di Pozzallo che ha ringraziato Salvini “per avere accettato la richiesta umanitaria”. “La nave mercantile non era nelle condizioni di poter ospitare 100 migranti – sottolinea Ammatuna, presente in banchina per assistere alle operazioni di sbarco – pertanto sono contento che il mio appello sia stato raccolto ponendo fine ad una situazione che stava divenendo sempre più difficile e incontrollabile”.

L’HUFFPOST

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