Petrolio e banche frenano rally di Milano. Lunedì dividendi per 5 big

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Piazza Affari guida la correzione delle Borse europee al termine di una settimana di complessivo per l’azionario e si prepara per una ottava che si aprirà nel segno dei div idendi: saranno infatti cinque le big del Ftse Mib che staccheranno la cedola (Snam, Poste, Terna, StMicroelectronics e Exor), operazione che comporterà un calo tecnico dello 0,22% all’apertura di lunedì dell’indice.

Nella seduta di venerdì l’annuncio dei dazi Usa sulle importazioni cinesi, con la minaccia di Trump di ulteriori incrementi tariffari, e la forte correzione del prezzo del petrolio (-3% il Brent a 73,5 dollari al barile, -2,8% il Wti a 65 dollari al barile) nella prospettiva che l‘Opec tra sette giorni alzi i livelli produttivi hanno innescato le vendite sui mercati azionari europei ponendo fine al chiaro recupero messo a segno nella prima parte della settimana. I minerari e gli energetici sono stati i settori penalizzati dal tema greggio, mentre i finanziari sono stati colpiti dai realizzi: proprio le vendite sui bancari e sui petroliferi hanno finito per fare di Milano la più penalizzata nell’eurozona con il FTSE MIB in discesa dello 1,32%. Nell’intera settimana comunque il bilancio è positivo (+3,9%) dopo la spinta arrivata ieri dalla decisione della Bce di proseguire con il programma di acquisto titoli fino a dicembre e di non alzare i tassi di interesse nell’eurozona fino a tutta l’estate 2019. In rosso tutti i listini azionari con Londra fanalino di coda a causa del “sell-off” su minerari e metalli preziosi: dell’1,7% il calo dell’indice Ftse 100.

Wall Street giù. Trump conferma dazi alla Cina
Anche Wall Street intanto sta pagando il tema dei dazi e il Dow Jones perde circa un punto percentuale. Gli Usa hanno approvato tariffe verso le merci cinesi per un valore di 50 miliardi di dollari: è stato lo stesso presidente Trump a confermare, intorno alle 14, di avere dato il via libera a dazi del 25% su prodotti tecnologici cinesi per 50 miliardi di dollari. In una nota diffusa dalla Casa Bianca, il leader Usa ha tenuto a sottolineare la sua «grande amicizia» con il presidente cinese Xi Jinping e che la relazione tra Usa e Cina «è molto importante per me». Tuttavia «il commercio tra i nostri due Paesi è molto ingiusto da tanto tempo. Questa situazione non è più sostenibile». A sua volta l’Ue sta lavorando sulle contromisure da adottare verso le tariffe di Trump: la Commissione Europea dovrebbe approvare il 20 giugno una lista di beni Usa da colpire tramite dazi, per un valore atteso di 2,8 miliardi di euro.

La reazione dei mercati finanziari all’annuncio di Trump ha portato ad acquisti sui titoli di Stato americani e a vendite sull’azionario con gli indici di Wall Street che hanno aperto le contrattazioni in calo di mezzo punto percentuale.

Ko petrolio e banche: Eni perde oltre 2%
A Milano, in fondo al Ftse Mib, si sono posizionate Tenaris (-4,6%) e Saipem (-4,2%), male anche Eni (-2,3%). Nel comparto bancario, giù Ubi (-3,2%) e Bper (-2,6%). In controtendenza il lusso e alcune società più esposte verso il dollaro vista la prospettiva di un biglietto verde forte rispetto all’euro, con la Federal Reserve pronta a nuovi ritocchi al costo del denaro dopo l’estate: +1,4% Campari, su cui gli analisti di Citi e di Mediobanca consigliano una posizione “neutrale”, +0,8% Buzzi Unicem.

In calo sul finale le Fiat Chrysler Automobiles nel giorno in cui sono stati diffusi i numeri sulle immatricolazioni europee di maggio: il gruppo ha registrato un incremento delle vendite nel Vecchio Continente dello 0,2%, inferiore a quello del mercato che ha messo a segno un progresso dello 0,6%. Così la quota di mercato della casa guidata da Sergio Marchionne si è assottigliata al 7,6% dal precedente 7,7%. Della galassia Agnelli, continuano a salire le Ferrari, che così aggiornano nuovi massimi storici. Corsa da record anche per le Moncler arrivate a toccare quota 42,5 euro (prima di correggere) nel giorno in cui si sono aperte le sfilate milanesi per le collezioni maschili e all’indomani del lancio della ‘capsule’ firmata da Hiroshi Fujiwara all’interno del progetto Genius.

Quanto agli altri indici europei, Madrid ha perso l’1%, Francoforte lo 0,88%, Parigi lo 0,48%. Con l’eccezione di Londra, quella che si e’ chiusa oggi e’ stata una seduta positiva per tutti i listini europei: Francoforte e’ risalita del 2%, Madrid e Parigi dell’1,2% circa. Gli acquisti hanno premiato soprattutto tecnologici e utility, ma anche alimentare e retailer sono stati al centro dell’attenzione. Male le materie prime.

Lunedì stacco dividendo per Snam, Terna, Poste, St e Exor
Nuovo round di stacco dividendi per le quotate di Piazza Affari. Lunedì 18 giugno saranno cinque le big del Ftse Mib a negoziare ex cedola: in primis Snam che distribuirà il saldo del dividendo sull’esercizio 2017, pari a 0,1293 euro per azione (con un incidenza del 3,5% sulla chiusura odierna) dopo un acconto da 0,0862 pagato alla fine dello scorso anno. Appuntamento col dividendo anche per altre tre partecipate pubbliche: Poste Italiane, che staccherà l0,42 euro per azione (5,5% di rendimento ai prezzi odierni), Terna con una cedola di saldo da 0,1457 euro per azione (ha già distribuito 0,07426 a novembre) e StMicroelectronis (che paga 0,06 dollari trimestrale). L’ultima big con lo stacco cedola sarà Exor: la holding della famiglia tratterà in apertura l netto di 0,35 euro in distribuzione ai soci.

In calo l’euro, giù il petrolio aspettando l’Opec
Il biglietto verde comunque, pur restando a livello generale ai massimi da fine maggio, ha corretto leggermente rispetto ai valori di ieri su euro (a 1,1612 dollari per un euro da 1,1643). Ieri alla luce dell’annuncio della Bce, il cambio euro/dollaro è sceso sotto la soglia di 1,16 , con l’area 1,15 (minimi dell’anno) che rappresenta il supporto principale, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services. Questa notte debole lo yen, dopo che la BoJ ha mantenuto invariata l’attuale politica monetaria, rivedendo al ribasso le stime sull’inflazione. In forte correzione il prezzo del petrolio nella aspettativa che la prossima settimana Arabia Saudita e Russia riescano a imporre la propria linea ai principali produttori, stabilendo un rialzo delle quote di produttive: il Brent scende addirittura sotto i 74 dollari al barile, il Wti sotto i 65 dollari al barile.

Btp, rendimento giù a 2,6%: per decennale migliore settimana del 2018
I titoli di stato americani si sono rafforzati con l’intensificarsi della guerra commerciale tra Usa e Cina. Il titolo a 10 anni vede i rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – scendere a 2,92% dal 2,948% di ieri. Maggio era finito al 2,824%. Il 2017 era terminato al 2,409%, non lontano dal 2,446% a cui si era concluso il 2016. I rendimenti del titolo Usa a tre mesi sono in calo all’1,925%. Sul mercato europeo, il tema tassi e l’andamento delle Borse portano ad acquisti sia sulla periferia sia sui Paesi core: i titoli italiani hanno guidato i recuperi di tutto il comparto del reddito fisso sovrano il giorno dopo l’annuncio della fine del QE da parte della Bce. Il passo più veloce dei titoli italiani decennali ha permesso una contrazione maggiore dei rendimenti rispetto a quello registrato dai titoli core dell’eurozona e produce così una chiusura dello spread con i Bund tedeschi di pari durata. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005323032) e il decennale tedesco di riferimento è in chiusura di 220 punti base (227 punti stamani dopo i primi scambi e 233 punti al closing della vigilia). Il rendimento dei decennali italiani scende al 2,61% rispetto al 2,68% indicato stamani (2,76% il finale di giovedì). Per il Btp decennale di riferimento quella appena conclusa è stata la migliore settimana del 2018: le quotazioni sono passate da 90,9 a 95,11 con un rialzo del 4,6%.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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