Salvini costretto a far sbarcare i primi migranti. Lo sfogo contro Malta: “Non può dire no alle navi”

francesco grignetti
roma

Il mare è calmo, riprendono le partenze dalla Libia e il neoministro Matteo Salvini si scontra con la prima emergenza. Ha toccato con mano il meccanismo di naufragi al largo della Libia-soccorsi-rifiuto da parte di Malta-Sos all’Italia. Ha dovuto accettare il fatto compiuto, ma schiuma rabbia. Contro il governo maltese, innanzitutto: «Il buon Dio ha messo Malta più vicino della Sicilia alla Libia. Non è possibile che risponda “no” a qualsiasi richiesta di intervento». Contro le Ong: «C’è un preciso disegno, al limite delle acque territoriali della Libia, per fungere da taxi». Contro il suo predecessore, Marco Minniti: «Il regolamento non funziona. Non accetto lezioni».

Tanta foga del ministro leghista scatena un nuovo caso diplomatico in pochi giorni. Malta non ci sta e reagisce a brutto muso: «Il governo di La Valletta nega di non dare assistenza ai migranti» è scritto in una nota. Si sottolinea «il rispetto di tutti gli obblighi in ogni momento» compresi quelli «per le convenzioni internazionali sulla sicurezza in mare». E si conclude: «Il governo di Malta smentisce di non aver dato assistenza ai migranti in mare».

E però Salvini replica: «Ci dicano gli amici maltesi quante navi che trasportavano immigrati hanno attraccato nei loro porti nel 2018, quante persone sono sbarcate, quante domande di asilo sono state esaminate e quante accolte. L’Italia vuole risolvere i problemi, non crearli».

 

 

La sua vis polemica, però, fa emergere in modo brusco anche la seconda anima della coalizione giallo-verde. Se infatti il ministro se la prende con le Ong («Stiamo assistendo alla presa in giro per i cittadini di una Ong tedesca con bandiera olandese che passa davanti a Malta, saluta e arriva in Italia. Alcune fanno volontariato, altre fanno affari»), il presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, incontra Medici senza Frontiere e Amnesty International, poi pur premettendo «sono la terza carica dello Stato e non entro in questioni politiche», esprime una posizione diametralmente diversa: «Vanno supportate le organizzazioni che aiutano gli altri: la solidarietà è sempre di tutti, non di qualcuno in particolare». Dice anche di più: « Lo Stato deve stare vicino a chi aiuta gli ultimi, perché la loro sofferenza è la mia sofferenza, la loro ricerca di una dignità è la mia ricerca, non solo in tema di migranti ma in generale di diritti».

 

 

In mare, intanto, s’è visto un copione già visto. Una nave umanitaria tedesca, la «Sea Watch», ha raccolto in mare 232 naufraghi. I primi sono stati soccorsi martedì scorso, la maggioranza è a bordo da mercoledì. La «Sea Watch» ha chiesto alla Guardia costiera italiana l’indicazione di un porto sicuro. Dato che Malta è vicina, gli è stato detto di andare lì. Ma Malta ha rifiutato di accoglierli. La nave tedesca ha atteso, poi ha proseguito mettendo la prua verso la Sicilia e avvertendo che molti passeggeri erano disidratati. Giovedì è arrivata finalmente l’indicazione del Viminale di sbarcarli a Reggio Calabria.

 

Salvini conferma intanto che il suo primo obiettivo sarà una revisione delle norme sull’asilo di tipo umanitario. Lo dice alla sua maniera: «I dati ci dicono che su 40mila domande ricevute nel 2018 hanno avuto esito positivo per lo status di rifugiato il 6% e per lo status di protezione sussidiaria il 4%. Stiamo perdendo tempo per gente che non sta scappando dalla guerra».

LA STAMPA

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.