Siri: no a strumentalizzazioni, con la «flat tax» per tutti partiremo l’anno prossimo

Siri, può dirci quando e come entrerà in vigore la flat tax?
«Guardi, sono passati pochissimi giorni dall’insediamento del governo e, anzi, ancora non ha avuto la fiducia. Quel che si può dire, è che già nel 2019 si vedrà la prima flat tax. Anche per le famiglie». Armando Siri è il massimo depositario sull’argomento dell’aliquota fiscale unica. È stato lui, collaboratore stretto di Matteo Salvini, ad adattare all’Italia la flat tax concepita dall’economista Usa Alvin Rabushka.

Il professor Bagnai ieri ha detto che nel 2019 la flat tax entrerà in vigore soltanto per le imprese.
«Ma no, la risposta sulla flat tax è stata strumentalizzata. Lui voleva dire che nel 2019 entrerà in vigore il nostro sistema fiscale per le imprese».

In molti hanno fatto notare che l’Ires e l’Iri sono già quello.
«I soliti primi della classe hanno fatto un po’ di scena. Bagnai parlava della nostra flat tax, al 15%. La sua è stata, al massimo, una semplificazione comunicativa. E ricordo che quelle imposte hanno aliquota al 24%, non al 15%, 9 punti in meno, come quella che proponiamo».

Insomma, garantisce che nel 2019 anche le famiglie avranno la «tassa piatta»?
«Sì, il problema è solo quello di mettere a punto per bene il provvedimento. Potrebbe partire, per esempio, dalle famiglie più numerose. Ma appunto, dipenderà dall’architettura generale che stiamo studiando. Il fatto è che per le imprese passare dal 24 al 15% è solo un fatto percentuale. Per le famiglie si passa da un sistema progressivo a scaglioni, con detrazioni e una serie di bonus a un sistema flat con solo una deduzione fissa. Il che richiede un’elaborazione più complessa. Noi lavoriamo per mantenere fede agli obiettivi che ci siamo posti».

Ma quando costerà la flat tax alle casse dello Stato?
«A regime la flat tax costerà una cinquantina di miliardi. Però, perdoni: così la questione è mal posta. Noi diciamo che ha un valore di 50 miliardi all’anno, sono soldi che non entrano nel sistema dello Stato ma nel sistema della spesa. Sono le risorse che verranno reimmesse nell’economia grazie alla maggior capacità di spesa di imprese e famiglie. Per questo la flat tax sarà la più importante riforma fiscale di questo paese dal dopoguerra ad oggi. Ed é evidente che riguarderà certamente le famiglie».

Lei ieri ha trascorso oltre due ore, molto dense dicono, con il ministro all’Economia Giovanni Tria. Le ha espresso preoccupazioni per le coperture del «contratto» di governo?
«Non nello specifico. Posso dire che abbiamo messo sul tavolo alcune ipotesi a cui guardiamo con ottimismo e fiducia, tra cui la Pace fiscale, che andrà a regime subito. E la flat tax non è un provvedimento tampone ma una riforma strutturale di sistema».

È possibile che parti del «contratto» siano finanziate con la flessibilità rispetto alle regole europee?
«Negli ultimi 5 anni tutti i governi hanno chiesto flessibilità alla Ue. Ed è stata concessa anche se ogni volta er per provvedimenti tampone. E dunque, se chiederemo flessibilità, sarà per finanziare per la prima volta una riforma strutturale che porti vera crescita e una decisa inversione di tendenza rispetto all’attuale stagnazione».

CORRIERE.IT

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