Nuove trappole al check-in, così lievitano i prezzi per i voli delle vacanze

luigi grassia
 

Si avvicinano le vacanze e i biglietti aerei rincarano in modo imprevisto, per via di qualche trappola che compare qua e là e che comporta costi aggiuntivi a tradimento. Cominceremo con alcune segnalazioni che riguardano Ryanair – che peraltro non intendiamo mettere alla gogna: è pur sempre la compagnia benemerita che negli anni ha favorito il calo generale dei prezzi dei biglietti. Ci sono arrivate alla «Stampa» lamentele sulla riduzione da 4 a soli 2 giorni, prima della partenza, del tempo a disposizione per fare il check-in online con Ryanair. Questo può non essere un gran problema all’andata, ma invece al ritorno, magari da posti un po’ sperduti, dove la connessione è difficile, avere meno tempo rischia di compromettere l’operazione, e di costringere il malcapitato a pagare un extra per fare in check-in tradizionale in aeroporto. Questa la risposta che ci ha dato Ryanair: «Da mercoledì 13 giugno il check-in online per i clienti che non scelgono i posti riservati sarà disponibile da 48 ore a 2 ore prima della partenza. Questo è il doppio del periodo di check-in di 24 ore offerto da Aer Lingus, British Airways, Lufthansa, Norwegian e Iberia».  Interviene l’Antitrust  

Ryanair è anche sotto indagine da parte dell’Antitrust, a seguito di una denuncia del Codacons, per verificare eventuali pratiche scorrette sui nuovi limiti relativi ai bagagli a mano: solo chi acquista l’imbarco prioritario (da 5 euro) ha diritto a portare in cabina il trolley; tutti gli altri devono lasciarlo agli addetti per il caricamento in stiva; le nuove limitazioni non si applicano a chi ha acquistato un (più costoso) biglietto Plus, Flexi Plus e Family Plus. L’eventuale scorrettezza potrebbe riguardare la vendita di biglietti, senza avvertenza, in data antecedente l’annuncio della nuova regola di trasporto, e più in generale il Codacons considera poco chiare le informazioni date da Ryanair al pubblico. Comunque il Garante si pronuncerà.

 

Al di là di questo stanno diventando più severi i limiti di peso per il bagaglio portato in stiva, il cui sforamento costa una penale: il fenomeno riguarda un po’ tutte le compagnie, ma le «low cost» hanno tetti più bassi. E si stanno diffondendo alcune abitudini fastidiose, anche queste riguardanti soprattutto (ma non solo) le low cost. Si paga un extra se si vuole anticipare il check-in. Inoltre la scelta del posto a sedere a pagamento è sempre meno opzionale e sempre più obbligatoria, visto che c’è la tendenza a non sistemare affiancate due persone che viaggiano assieme se non tirano fuori il bancomat per comprarsi due specifici sedili: sembra che si faccia apposta a sistemare marito e moglie distanti uno dall’altra, quasi a forzarli a pagare il «plus» per l’assegnazione. Anche questo ci segnalano i lettori.

 

Con il rincaro del petrolio sta anche tornando d’attualità la questione degli aggiornamenti del prezzo del carburante («fuel surcharge»): una procedura dimenticata negli anni del greggio a buon mercato, ma le relative clausole hanno continuano a essere scritte nei contratti di vendita dei biglietti aerei e dei pacchetti di viaggio che comprendono il volo, e si tratta din tagliole pronte a scattare (anzi in qualche caso già scattate, ci dicono). Purtroppo si tratta di supplementi leciti dal punto di vista contrattuale e dai quali non ci si può difendere, rifiutate però di pagarli se ve li chiedono nei 20 giorni prima del decollo, perché è vietato.

 

Un’ulteriore fonte di spese extra, denuncia ancora il Codacons, è «la sfilza di offerte che fanno le compagnie low cost e i siti di prenotazione di viaggio prima di arrivare alla pagina dell’acquisto vera e propria e che riguardano auto a noleggio, alberghi, assicurazioni varie eccetera. Molti clienti per la fretta non si rendono conto di acquistare assieme al biglietto aereo anche questi servizi aggiuntivi».

 

Silvia Cugini, dell’associazione di consumatori Adoc, ha altre irregolarità da segnalare. «Ci sono siti che solo nell’ultimissima pagina, quando il cliente crede di aver fatto tutto, rivelano che c’è da pagare una tessera di iscrizione. Su nostra segnalazione l’Antitrust ha sanzionato un sito perché caricava sulla carta di credito 30 euro una tantum per ogni passeggero, che sono tanti soldi su un biglietto low cost. Poi certe compagnie aeree non pagano le penali dovute per ritardi o cancellazioni. A me che andavo in Spagna hanno detto di avermi cancellato il volo perché c’era sciopero in Francia… raccomando a chi subisce torti di rivolgersi a Adoc o ad altre associazioni di consumatori per far valere i propri diritti».

LA STAMPA

 

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