Il risiko energetico accende Francoforte. A Milano corre Italgas

–di ed

Inizio di settimana contrastato per i listini europei, che appaiono timidi dopo i dati solidi sull’occupazione statunitense (diffusi venerdì) e i record della scorsa settimana sul Nasdaq e le Borse asiatiche. Il risiko energetico ha premiato la Borsa di Francoforte, oggi la regina d’Europa, spinta dalla maxi-operazione tra E.On e Rwe sullo scambio di asset nel settore delle rinnovabili. Il Ftse Mib, dopo i guadagni della mattinata, ha chiuso in rialzo dello 0,08% sopra quota 22.764 punti, mentre prosegue l’incertezza sul futuro governo (il ministro Padoan si è detto convinto che la Commissione Ue «faciliterà la transizione al nuovo esecutivo»).

Occhi anche sulla Spagna col via libera della Consob iberica per l’Opa di Hochtief su Abertis. A Piazza Affari in evidenza soprattutto Italgas (+2,37%), per lunghi tratti la migliore delle blue chip grazie ai conti 2017 e il dividendo (0,208 euro) in crescita del 4%. Nel lusso acquisti su Ferragamo (+1,78%), mentre Poste (+1,7%), ha chiuso a 7,42 euro, dopo aver aggiornato i massimi storici spinta dai report di Jp Morgan ed Equita che hanno alzato le scommesse sul titolo alla luce del piano industriale. In flessione Telecom Italia: dopo cinque sedute in positivo, con un rialzo complessivo del 15%, oggi è arretrata dell’1,42% a 0,82 euro. Questo mentre si attendono le mosse del fondo Elliott e aumentano i timori per la Cigs tra i dipendenti del gruppo. Fuori dal listino principale acquisti su Creval (+3,89%), Carige (+2,27%) e in particolare Saras (+7,6%), col mercato che festeggia il risultato netto 2017 in aumento del 23% e la cedola di 0,12 euro per azione.

Italgas in cima al podio con ricavi a 1,124 miliardi (+4,3%) e boom utili (+34%)

A trainare il listino di Piazza Affari è stata soprattutto Italgas, la migliore tra le blue chip del Ftse Mib dopo la pubblicazione dei conti 2017 dell’utility, con ricavi a 1,124 miliardi (+4,3%) e un utile netto adjusted di 296,4 milioni (+34%). In salita anche il dividendo del gruppo a 0,208 euro per azione (+4% sull’anno scorso). In crescita tutti i principali indicatori del gruppo: il Mol adjusted a 781,2 milioni (+14%), l’Ebit adjusted in rialzo a 422,9 milioni (+17,9%), con gli investimenti tecnici a quota 521,9 milioni (+38,1%) e di un indebitamento finanziario netto di 3,72 miliardi. Numeri grazie ai quali la società ha raggiunto «con un anno di anticipo il target di efficienza operativa fissato per il 2018» spiega l’ad Paolo Gallo.

Eni cede 10% di una concessione offshore in Egitto

Il gruppo Eni ha concordato la cessione a Mubadala Petroleum, consociata di Mubadala Investment Company, di una quota del 10% nella concessione di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto, nella quale si trova il giacimento super-giant a gas di Zohr. Eni, attraverso la sua controllata IEOC, detiene attualmente una quota di partecipazione nel blocco del 60%, mentre gli altri partner sono Rosneft con il 30% e Bp con il 10 per cento. Il corrispettivo pattuito, spiega il gruppo in una nota di ieri, è pari a 934 milioni di dollari. In Borsa le azioni sono in rialzo.

Telecom in rosso in attesa di Elliott, crescono timori dipendenti sulla Cigs

Dopo la volata dell’ultima settimana, innescata dall’annunciato blitz nel capitale da parte del fondo Eliott oltre che dalla presentazione del piano industriale firmato dall’ad, Amos Genish. il titolo Telecom Italia perde terreno. Resta comunque alta l’attenzione del mercato sul gruppo di tlc, mentre si scommette sulla battaglia per il controllo tra Vivendi e il fondo Elliott che si potrebbe consumare a colpi di voti in assemblea. Questo mentre aumentano i timori per la cassa integrazione straordinaria tra i dipendenti del gruppo, con l’ipotesi che domani nell’incontro con i sindacati sul piano di riorganizzazione del personale, l’azienda possa mettere sul tavolo l’ipotesi della cigs per gestire gli esuberi.

Astaldi in rosso, aumento verso 300 milioni

Giù in Borsa le azioni Astaldi sulla revisione, anticipata da Il Sole 24 Ore, del piano di rafforzamento patrimoniale che potrebbe prevedere un aumento di capitale di 300 milioni di euro a differenza dei 200 finora programmati. A novembre la società di costruzioni romana aveva presentato un piano di intervento patrimoniale e finanziario fondato su una ricapitalizzazione da 200 milioni di euro, in parte mirato a compensare gli effetti della svalutazione delle attività venezuelane, e sull’emissione di strumenti finanziari per 200 milioni di euro con l’obiettivo di migliorare la propria struttura finanziaria funzionale a realizzare un piano strategico con focus su mercati meno rischiosi. Secondo quanto ricostruito da Il Sole 24 Ore invece il piano è in corso di revisione e dovrebbe passare solo attraverso una più consistente iniezione di mezzi freschi in aumento di capitale: l’operazione, che dovrebbe comunque vedere la famiglia Astaldi in prima fila, «potrebbe anche portare all’ingresso di un nuovo partner». Altro nodo da sciogliere, sempre in chiave rafforzamento, è quello delle dismissioni con i rumors che parlano della vendita della concessione per il terzo ponte sul Bosforo. Gli analisti di Mediobanca Securities restano «neutral» sul titolo aspettando dettagli sulle dimensioni dell’aumento, che potrebbero arrivare con la presentazione dei conti 2017, e sottolineando che la vendita di qualche concessione potrebbe fornire un contributo utile e accompagnarsi a rafforzamento patrimoniale più contenuto. Allo stesso modo Equita sim rileva che un aumento da 300 milioni sarebbe da considerare sufficiente solo se si accompagnasse all`uscita definitiva dalla concessione per il Ponte sul Bosforo e alla riduzione del capitale circolante legato al core business.

L’asta BoT a 1 anno fa centro, rendimento stabile a -0,403%

Rendimento stabile e buona domanda per i BoT annuali assegnati oggi in asta dal Tesoro. I Buoni a 365 giorni sono stati emessi per un importo pari a 6,5 miliardi di euro a fronte di una domanda pari a 10 miliardi di euro. Il rapporto tra domanda e offerta si è attestato a 1,54. Stabile il rendimento che è rimasto ancorato in territorio negativo attestandosi a -0,403%. Il regolamento dell’asta cade sul prossimo 14 marzo.

Euro/dollaro sopra quota 1,23, il greggio in calo a fine giornata

In scia col risultato di venerdì, il cambio tra euro e dollaro, dopo una flessione a metà seduta, è rimasto sopra 1,23 (1,2312 dollari), mentre la moneta unica è in calo a 131,228 verso lo yen e 0,8867 con la sterlina. Sul fronte del greggio, infine, il Wti con contratto di consegna ad aprile vale 60,99 dollari, in calo dell’1,71% e il Brent del Mare del Nord su maggio scende a 64,51 dollari, con una flessione dell’1,53%. Lo spread invece chiude lievemente in aumento a circa 127,9.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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