Il nuovo corso di Forza Italia: un candidato su 9 è al debutto

Si sapeva, che il rinnovamento andava per traverso a qualcuno. A molti, in Forza Italia, visto che cambia tra gli azzurri l’85% dei candidati alla Camera e l’83% di quelli al Senato.

Però è così, l’ho deciso io e il gruppo ristretto incaricato, fa sapere Silvio Berlusconi, mettendo la parola fine a recriminazioni e polemiche di esclusi e poco «blindati». Il giorno dopo il deposito delle liste è il momento dei ringraziamenti per chi è stato premiato, valorizzato, promosso, delle lamentele di chi sperava di ottenere di meglio e delle accuse di chi è ormai fuori.

Il malumore del leader di Fi, soprattutto per il caso Campania, traspare tra le righe di un lungo comunicato stampa, in cui si ribadisce che «tutte le liste sono state decise dal tavolo nazionale, condivise all’unanimità e come tali depositate dai delegati nella loro versione approvata». Insomma, «ogni retroscena è destituito di fondamento». Niente manovre sotterranee e blitz notturni dei singoli dirigenti o coordinatori regionali. Proprio a questi ultimi va un ringraziamento particolare, per il loro lavoro di talent scout di nuove leve. Che sono davvero tante, basti pensare che alla Camera su 284 candidati 242 sono al debutto e i ricandidati solo il 15%: 42 su 56. Al Senato, su 152 in corsa le nuove leve sono 126, cioè l’83%, e i ricandidati 26 su 43 uscenti.

Vuol dire che c’è un esercito di debuttanti in politica nazionale (una buona parte l’ha fatta sul territorio, ma l’altra viene dritta dalla società civile), che ora va preparato alla campagna elettorale. Ed è questa la fase 2 di Fi. Sciolto il tavolo che ha selezionato i nomi – Ghedini, Tajani, Giacomoni, Fontana, Brunetta, Romani-, ci si riorganizza per «allenare» i candidati a dare il loro meglio nei collegi, a saper illustrare gli obiettivi, rispondere alle domande dei giornalisti, replicare agli attacchi, non cadere nelle trappole. Si sta mettendo insieme un vademecum per ognuno, con il programma del centrodestra in pillole e le cose fatte dai governi Berlusconi, per contrastare chi dice che le promesse il Cavaliere non le ha mantenute e non le manterrà, snocciolando una serie di impegni centrati, dall’immigrazione ai rifuiti, dal terremoto alle riforme.

Nella villa di Arcore Berlusconi ha deciso di riposarsi un po’, dopo gli ultimi giorni infuocati. Infatti non sarà stasera a Porta a porta di Bruno Vespa e posta solo su Facebook un video sulla flat tax. Ma presto inizierà all’attacco il mese di campagna elettorale, intenso e pianificato, con interventi a raffica su tv e stampa, interviste a Tg e talk show. Come e più delle ultime settimane già molto fitte. Vorrebbe anche un incontro con tutti i candidati azzurri, per galvanizzarli e spronarli a dovere.

Solo dopo il voto del 4 marzo si saprà quanti e quali verranno eletti. Ma le percentuali nelle liste già dicono che saranno loro a dare un volto nuovo al partito, più competente e pragmatico, più legato al territorio e alle categorie sociali, più vicino alla gente, nelle intenzioni del Cavaliere e dei dirigenti azzurri. Intanto si prevede che le prime sedute del nuovo Senato, quello che Matteo Renzi non è riuscito a cancellare, per l’elezione del successore di Pietro Grasso, le potrebbe presiedere uno dei suoi fedelissimi: il tesoriere di Fi Alfredo Messina, Giancarlo Serafini o Giacomo Caliendo.

IL GIORNALE

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