Amazon, sciopero a Piacenza nel giorno del Black Friday

L’anno scorso per Amazon.it, il giorno del Black Friday è stato un momento storico. Nelle 24 ore del Venerdì Nero ha ricevuto 1,1 milioni di ordini, il più alto numero mai registrato. Un appuntamento, quello che cade ogni quarto venerdì di novembre, fondamentale per il colosso di ecommerce. Anche perché proprio la società di Bezos è stata quella che per prima ha portato questa tradizione in Italia. Ma quest’anno, al posto di affari d’oro e clienti soddisfatti, ci potrebbero essere forti ritardi nelle consegne e la conseguente rabbia degli utenti del portale. Le principali sigle sindacali — Cgil, Cisl, Uil e Ugl — hanno annunciato uno sciopero nel centro di distribuzione di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Previsto proprio per il 24 novembre. Il giorno del Black Friday.

La richiesta: migliori trattamenti economici

Fino a pochi mesi fa, questo centro, dove lavorano fino a quattromila persone, era l’unico a servire gli utenti di tutta Italia.

A settembre, gli è stato affiancato un nuovo polo vicino a Rieti (per servire il centro-sud) e poi a novembre è stato inaugurato quello di Vercelli (pensato per le consegne a nord-est). Ma Piacenza, aperto dieci anni fa, rimane un hub fondamentale per lo smistamento degli ordini, ampio 70mila metri quadrati, che serve il centro Italia e il Settentrione. La metà dei lavoratori ha un contratto a tempo determinato, che serve per affrontare i picchi di lavoro, generalmente tra ottobre e dicembre. I dipendenti che aderiscono allo sciopero — parte con il turno del mattino di venerdì e si conclude con l’inizio dello stesso turno di sabato — chiedono un miglior trattamento economico alla società: «Non c’è stata da parte di Amazon Italia — denunciano i sindacati — alcuna apertura concreta all’aumento delle retribuzioni o della contrattazione del premio aziendale, considerando anche la crescita enorme di questi anni. I ritmi lavorativi non conoscono discontinuità, le produttività richieste sono altissime e il sacrificio richiesto non trova incremento retributivo oltre i minimi contrattuali».

Stipendio netto di 1.200 euro al mese

Il documento sottoscritto dai sindacati per motivare lo stop al lavoro entra poi nello specifico: «I soldi da distribuire ci sono, le produttività richieste sono altissime e il sacrificio ulteriore richiesto (straordinari obbligati, lavoro notturno ormai strutturale e nel periodo di picco organizzato su 6 giorni la settimana, lavoro domenicale) non trova incremento retributivo oltre i minimi del contratto nazionale. Anche un premio “una tantum” per il picco natalizio ha trovato un no deciso». Attualmente i magazzinieri che lavorano a castel san Giovani, inquadrati con il contratto del commercio e impegnati su tre turni di lavoro (6-14, 14.30-22.30, 23-6) guadagnano tra i 1.100 e i 1.200 euro netti al mese per 14 mensilità.

CORRIERE.IT

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