Luigi Di Maio a Circo Massimo: “Se gli iscritti lo vorranno sarò candidato premier”

di ALBERTO CUSTODERO

ROMA – Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio è ospite di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto a Circo Massimo su Radio Capital. “Vedo tanta paura in Sicilia contro il M5s“, dice a proposito della campagna elettorale per le elezioni siciliane.

Sarà incoronato premier alla convention 5Stelle del 22 24 settembre?
“Ho sempre detto che se i nostri iscritti vorranno individuare me come condidato premier ci sarò. Faremo le votazioni degli iscritti le prossime settimane e proclameremo questo nome. Non sarà nè una incoronazione né un’investitura, dal giorno dopo non viediamo l’ora di presentare il nostro programma al Paese e faremo conoscere agli italiani tutti i nostri candidati ministri. Ma fino ad allora nessun nome, siamo una squadra”.

Gianroberto Casaleggio il primo dicembre del 2013 disse “Orgoglioso di essere populista”. Lei a Cernobbio ha dichiarato: “Non vogliamo un’Italia populista”. Cercate accreditamento presso l’establishment anche a costo di snaturare il vecchio patrimonio culturale M5s?
“Il fatto di essere chiamati populisti è anche dovuto al tentativo di associare il M5s a movimenti come quello di Le Pen ma noi abbiamo sempre respinto il tentativo di accomunarci a queste forze politiche. Se per populisti intendete che siamo gli unici a rinunciare ai voli di stato e all’auto blu allora siamo populisti. Ma a Cernobbio ho ribadito che quando guardiamo a un modello politico alternativo guardiamo ai paesi del Nord Europa per diventare una smart nation fondata sull’innovazione tecnologica“.

Smart nation….è una formula anziana…
“L’Italia è fanalino di coda per quanto riguarda ad esempio la mobilità elettriche…”.

Ma voi siete nemici del capitalismo, a proposito della sua presenza a Cernobbio l’ex giudice Imposimato ha deto: “È stato brutto vedere Di Maio con il cappelluccio in mano”.
“Nessun cappelluccio, sono andato a raccontare la nostra idea di Paese. Non siamo nemici del capitalismo, non siamo nemici del mercato. Ma su temi come acqua ambiente e altri beni comuni dobbiamo fare un discorso non legato alle logiche del profitto ma ai diritti del cittadino”.

Sull’euro siete ambigui perché a Cernobbio non ha più detto che l’Italia deve uscire dall’euro ma ha tenuto sullo sfondo l’ipotesi del referendum: spieghi bene qual è la linea 5 Stelle sull’euro.
“Nel 2014 ci siamo candidati al parlamento europeo con un programma che chiedeva all’Ue che se non ci avessero ascoltato su alcuni principi fondamentali economici allora non ci sarebbe rimasto altro che chiedere ai cittadini di esprimersi sulla permanenza nella Ue. Da Macron ai leader di altri Paesei a cominciare dalla Spagna sento parole critiche sui trattati europei. Allora dico, invece di ricorrere al referendum per il quale ci vuole una apposita legge, mettiamo sul tavolo queste critiche comune e diffuse per farle diventare realtà”

Se andrete al governo siete pronti a sforare il parametro del 3 per cento rapporto deficit/PiI imposti dall’Europa?
“Se andremo al governo faremo una seria spending review per tagliare le spese inutili, la nostra legge sul reddito di citadinanza si alimenta con la rimodulazione delle spese inutili a partire dalle pensioni d’oro, passando ai tagli alla Pa e altri settori altamenti inquinanti. Poi però dobibamo dircelo: non si può governare il Paese solo tagliando le spese inutili. ma investendo sulla smart nation e l’innovazione tecnologica”.

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