Firenze, indaga anche la Procura militare. Il test alcolico smentisce la tesi dei carabinieri

grazia longo

inviata a firenze

È fissato per oggi, su sua richiesta, l’interrogatorio in procura del carabiniere indagato insieme al collega di violenza sessuale nei confronti di due studentesse americane di 19 e 21 anni. E intanto fa un passo avanti anche l’inchiesta della procura militare di Roma, dove entrambi gli accusati verranno sentiti la prossima settimana per rispondere alle accuse di violata consegna e peculato militare. Ma oggi che cosa succederà?

Il carabiniere di 28 anni ammetterà o no di aver abusato della diciannovenne americana? Oppure negherà su tutta la linea? Il suo capopattuglia, l’appuntato scelto Marco Camuffo, 43 anni, sabato scorso, assistito dall’avvocato Cristina Menichetti ha confessato il rapporto sessuale con l’altra ragazza, 21 anni, originaria del Maine. Ma ha negato lo stupro: «Era d’accordo. E comunque non sembrava affatto ubriaca». Peccato che il test alcolemico effettuato in ospedale alle 5 della mattina di giovedì scorso, due ore dopo l’aggressione subita, racconti un’altra verità. Il risultato è infatti molto alto. Non solo, a breve sarà effettuato un altro esame per la proiezione retroattiva che consente di misurare la percentuale alcolica nel sangue al momento della violenza. Lo eseguirà l’istituto di genetica forense dell’ospedale Careggi su incarico della Procura guidata da Giuseppe Creazzo.

 

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Lo stato di ubriachezza pone le ragazze, delle quali una era anche stordita dall’hashish, in una condizione di estrema difficoltà, di minorata difesa appunto, che esclude ogni forma di consenso a qualsiasi genere di rapporto sessuale. I referti ospedalieri confermano per entrambe le giovani il rapporto sessuale. Tra gli altri esami disposti dall’aggiunto Rodrigo Merlo e la pm Ornella Galeotti, ci sono anche quelli tossicologici e sui reperti biologici sugli abiti delle studentesse e sui luoghi della presunta violenza, l’ascensore e il pianerottolo. Non potranno invece essere effettuati i test sulle divise dei carabinieri perché queste non sono state sequestrate. Proseguono, inoltre, altri controlli, compresi quelli relativi ai tabulati telefonici degli indagati.

 

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L’altra notte i due carabinieri sono usciti insieme in pattuglia per la prima volta, eppure hanno dimostrato una disinvoltura e una cinica complicità che può suscitare qualche sospetto. Hanno forse alle spalle esperienze di disinvoltura nei confronti delle ragazze che affollano la discoteca Flò? E, più in generale, ci sono forse precedenti di approccio non consono a chi indossa una divisa da parte di altri carabinieri? Il procuratore Creazzo lo esclude. Precisa inoltre che «l’Arma in questa storia è parte lesa e sta ampiamente collaborando con la polizia titolare delle indagini».

 

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Per i due indagati, sospesi dal servizio e avviati verso il possibile congedo, si apre peraltro anche la partita alla Procura militare. Tante, troppe, le irregolarità commesse nella notte tra mercoledì e giovedì scorso. Arrivati alle 2,15 alla discoteca Flò, insieme ad altre due gazzelle, per sedare una rissa nel frattempo sfumata hanno prima agganciato le ragazze al bar del locale. Poi le hanno accompagnate a casa a bordo dell’auto di servizio che hanno successivamente lasciato incustodita lungo il marciapiede per 23 minuti, come provato dalle telecamere. Una follia dietro l’altra. Il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette ha garantito la massima inflessibilità nei loro confronti e probabilmente l’Arma si costituirà parte civile al processo. Come farà anche il Comune di Firenze.

Oggi intanto arrivano dagli Stati Uniti le famiglie delle ragazze, che alloggiano fuori città alla ricerca di un po’ di serenità. Anche se non sarà certo semplice.

LA STAMPA

 

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