Dal fumo ai bivacchi, arrivano i divieti d’estate

a cura di flavia amabile
roma

C’è il sindaco di Firenze che fa sparare all’ora di pranzo acqua sui sagrati delle chiese per evitare i bivacchi. C’è il sindaco di Torino che approva tardivamente un divieto di vendita degli alcolici, quando il disastro di piazza San Carlo, con i suoi 1527 feriti, è già compiuto. Tra terrorismo, migranti e l’usuale lotta contro gli abusi dei turisti nelle città, anche in quest’estate 2017 i primi cittadini sono alle prese con una nuova ondata di divieti e con un dilemma: come continuare a far affluire persone e garantire che gli eventi (e quindi gli affari) continuino a andare a gonfie vele, senza che questo si trasformi in un disastro.

 È il caso di Milano, per esempio. «Noi non andremo verso un’ordinanza che vieta gli alcolici, però certamente anche noi delle misure le prenderemo: per esempio, non poter vendere vetro. E poi al di là delle ordinanze va controllato il tutto», facendo in modo che «non si venda vetro nelle vicinanze anche di una zona gialla, quella che circonda l’evento», ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala, precisando anche che «è evidente a tutti come Milano, in questo momento, viva molto di eventi: i visitatori stranieri nei primi 4 mesi del 2017 sono del cresciuti del 14% rispetto al 2016». Quindi, vietare sì, ma non troppo.

 

È lo stesso dilemma che riguarda alcune ordinanze sulla salute pubblica. A Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, è stato disposto il divieto di fumo nei tre parchi pubblici della città, dopo le lamentele di molti cittadini, infastiditi dal fumo passivo. L’ordinanza vieta le sigarette, ma anche i sigari e le pipe nei luoghi pubblici frequentati in genere dalle famiglie. Chi disobbedirà al divieto sarà punito con una sanzione di 200 euro.

 

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