IL GRILLO PERDENTE

Su queste elezioni amministrative nessuno ci ha messo la faccia, ma Beppe Grillo ce l’ha comunque lasciata.

I Cinquestelle sono fuori da tutti i ballottaggi che contano a solo un anno dai trionfi di Roma e Torino, costruiti soprattutto sulle macerie e sui pasticci di chi li aveva preceduti. Fuori dal generoso cono di luce offerto loro da giornali e tv sul palcoscenico nazionale, i grillini non incantano né convincono. Neppure nella casa madre Genova, neppure a Parma dove tutto iniziò cinque anni fa con Pizzarotti, che resta in corsa proprio perché si è rifiutato di mettere in pratica i dogmi della setta, al punto da esserne espulso.

Le elezioni nazionali, ovvio, sono un’altra storia. Ma è un fatto che per Grillo e compagni il vento non soffia più in poppa come una volta e come loro ancora lasciano credere, al punto di impaurire oltremisura i partiti tradizionali, che ieri hanno invece dimostrato di esistere là dove azzeccano uomini e formule. Sarà un caso, ma nel giorno in cui gli elettori italiani snobbano il populismo grillino, quelli francesi nelle urne si affidano al moderato ed europeista Macron, che dopo aver fatto il pieno per l’Eliseo bissa il successo ottenendo la maggioranza assoluta anche all’Assemblea nazionale. E i francesi bocciano, sonoramente e forse per sempre, il progetto di Marine Le Pen, che i problemi li aveva visti prima degli altri ma che non è stata capace di proporre soluzioni convincenti e praticabili.

Il cruccio principale, per tornare all’Italia, resta l’area del non voto, che non accenna a diminuire. Lì dentro non ci sono voti disponibili né per Grillo né per le ali estreme di destra e di sinistra, che essendo voti «militanti» si presume siano tra quelli espressi. È in quell’area di moderati disillusi che in Francia si è infilato Macron, ed è lì che da noi deve lavorare a livello nazionale chi vuole ridimensionare il grillismo. La sceneggiata che ha fatto saltare l’accordo a quattro sulla nuova legge elettorale certo non aiuta a riavvicinare la gente alle urne. Se non sono capaci di fare la legge delle regole, come è possibile che sappiano governare? La domanda è banale, ma loro non lo capiscono e continuano imperterriti a fare danni e a tenere così accesa la fiammella del grillismo, che di suo si spegnerebbe da sola, come dimostrato in questa tornata elettorale amministrativa.

IL GIORNALE

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.