Naufragio Concordia, attesa per la sentenza della Cassazione

di LAURA MONTANARI

La parola fine al naufragio della Costa Concordia verrà probabilmente scritta oggi, dalla sentenza della Cassazione. L’udienza che si apre questa mattina a Roma si concluderà con la camera di consiglio e poi la lettura del verdetto. Francesco Schettino, il comandante della nave finita contro gli scogli dell’isola del Giglio dopo che lui aveva deciso di cambiare la rotta, una tragedia costata 32 morti, centinaia di feriti e milioni di danni, è stato condannato a 16 anni in primo grado, sentenza confermata in secondo. Oggi, in caso di nuova condanna, andrebbe in  carcere. C’è attesa quindi per il verdetto. l procuratore generale, Francesco Salzano, ha chiesto di confermare la pena, ma si è speso pure per un possibile inasprimento della condanna. Salzano ha chiesto che venisse accolto il ricorso del pg di Firenze che aveva chiesto l’aggravante della colpa cosciente.

Al processo di Grosseto l’ex comandante di Concordia, nave da crociera che trasportava oltre quattromila persone tra vacanzieri, cuochi, parrucchiere, marinai, lavapiatti, meccanici, camerieri e vari altri addetti ai lavori di quella che era una grande città galleggiante, si è sempre protestato innocente respingendo anche l’accusa di aver abbandonato la nave (il dialogo fra lui e la capitaneria di porto di Livorno con il comandante di quest’ultima che gli intimava “torni a bordo, cazzo” è stato oggetto di un’intera udienza al processo di Grosseto).

La crociera era partita da Civitavecchia, si chiamava “Profumo di agrumi” e doveva arrivare a Savona, ultimo porto di approdo. Non ci arrivò mai perché la notte del 13 gennaio 2012 nell’inchino al Giglio (Schettino non avvertì la compagnia Costa della decisione di cambiare rotta), la nave urtò gli scogli, ruotò su se stessa e con una falla di settanta metri nello scafo si appoggiò a uno sperone di roccia piegandosi su se stesso davanti agli scogli della Gabbianara, all’Isola del Giglio. Schettino, unico imputato per il disastro, è stato accusato di reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di incapaci e omessa comunicazione all’autorità marittima. L’accusa in primo grado chiese 26 anni, ma non venne riconosciuto l’aggravante del naufragio colposo e l’aggravante della colpa cosciente per gli omicidi plurimi colposi.

REP.IT

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.