Il M5S incorona Casaleggio jr

ilario lombardo
nviato a ivrea (to)

DavideCasaleggio è una statua a braccia conserte che veste come un impaccio la fama improvvisa. In piedi per ore, con sopportazione ascetica, ascolta parlare di robotica, colonscopie, cancro, spazzatura nello spazio, lavoro e intelligenza artificiale, in un evento a metà tra i Ted e, come nota Carlo Freccero, i più noiosi speech aziendali. Diversa dalla Leopolda di Matteo Renzi, si fionda a precisare, per il resto parco di dichiarazioni, Casaleggio Jr. Defezioni a parte, gli ospiti si alternano per provare a disegnare la sua idea di futuro, la stessa parola amata da Renzi che diventa un’eco meccanica in bocca ai politici, per una volta ridotti a comparse, come Beppe Grillo che ascolta e non parla quasi. «Siamo qui per cambiare il futuro», dice la sindaca di Roma Virginia Raggi. Ma il futuro non si cambia, si affronta, o, appunto, si capisce, come titola l’evento, «Sum#01-Capire il futuro», voluto dal figlio Davide per battezzare l’Associazione in memoria del padre Gianroberto, che un po’ serve a eternizzarlo in mito e a superarlo. Non il futuro, ma il presente si cambia ed è quello che il M5S prova a fare grazie all’erede della Casaleggio Associati che ha messo in piedi questo esperimento di imprenditoria politica che qui, all’Officina H di Ivrea, affronta la sua maturazione ideologica.

 

Si intravedono Antonio Di Pietro, vecchio cliente della Casaleggio, e Andrea Delogu, manager di Mediaset. A dire cosa significhi questa giornata, più che il palco è la platea di imprenditori mescolati ai tanti parlamentari e ai pochi militanti. Ma lo è ancor di più il luogo. L’Olivetti, dove Casaleggio padre cominciò, e soprattutto la collocazione geografia. Non la Sicilia dei Forconi, non le periferie metropolitane arrabbiate, dove il M5S ha già trionfato, ma è la provincia del Nord, quella produttiva che cerca nuove sicurezze.

 

Ivrea, Piemonte. «Molti imprenditori entrati in anonimato perché pensavano fosse un evento troppo politicizzato, sono usciti contenti», dice Arturo Artom, che con il suo network di imprese, Confapri, è stato tra i primi a cercare Casaleggio e il M5S: «Più che ricette i 5 Stelle ci offrono qualcuno che sa ascoltare». Qualcuno che abbia un volto rassicurante, che parli come loro. Casaleggio Jr è l’artefice di questa svolta. Un leader riluttante che si rivela ai media e che i primi sondaggi bocciano come possibile candidato premier. Troppo timido. Ma nel M5S a molti, che sognano il governo, non dispiacerebbe. «Meglio di altri che parlano per slogan», dice un deputato. Anche se alla rissa politica sembra alieno, lui che è rimasto male perché non è venuto il pm Francesco Greco, previsto in programma: «I magistrati hanno paura dell’etichetta politica? – si sono chiesti ai vertici del M5S -. Eppure abbiamo già ospitato interventi di magistrati sul blog». Ma a non venire è stato anche l’astronauta Paolo Nespoli, ed è toccato al giornalista Gianluigi Nuzzi, tra gli organizzatori, evocare polemicamente un divieto improvviso da parte dell’Esercito. Per la politica lo spazio è poco. A chi con una battuta gli prospetta l’alleanza con la Lega di Matteo Salvini, Roberto Fico risponde: «Finirebbe a mazzate». Anche Grillo rimanda a Casaleggio: «Parlate con lui ha scalato l’Himalaya». Una passeggiata se la confronti con le vette della politica italiana.

LA STAMPA

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