L’Italia conquista i cantieri francesi

leonardo martinelli
parigi

Bisognava stringere sui tempi, perché le elezioni presidenziali incombono. Ieri Christophe Sirugue, ministro dell’Industria francese, ha annunciato trionfante il via libera del suo Governo all’acquisizione dei cantieri navali di Saint-Nazaire (Stx France) da parte di Fincantieri. «Hanno un progetto industriale ambizioso – ha detto – per valorizzare il core business degli impianti, ma anche per diversificare, in particolare nelle energie marine». «Un grande successo della cantieristica italiana», ha commentato il ministro dell’economia Padoan.

 Sirugue è stato un negoziatore ostico per l’ad del colosso italiano, Giuseppe Bono. E ha strappato una serie di vantaggi per il suo Paese. Stx France è dal 2008 la filiale europea di Stx Offshore e Shipbuilding, gruppo sudcoreano, che aveva acquisito quei cantieri vicino a Nantes quando erano sull’orlo del fallimento. Oggi, invece, è la casa madre a ritrovarsi in una procedura fallimentare, mentre Saint-Nazaire è «dopata» dal successo delle crociere. E ha già 14 gigantesche navi da costruire da qui al 2026 per Msc e Royal Caribbean, i suoi principali clienti.

All’inizio dell’anno il tribunale di Seul ha avviato la procedura per cedere Stx France a Fincantieri. Ma la società è al 33% nelle mani dello Stato francese, una minoranza di blocco. Parigi deve dare il via libera all’accordo e, se vuole, può decidere di nazionalizzare. Nelle ultime settimane il Governo ha minacciato di farlo, di fronte all’impasse delle trattative con Fincantieri. E due dei candidati alle presidenziali, il socialista Benôit Hamon e François Fillon (destra neogollista), si sono detti favorevoli.

 

Insomma, bisognava agire in fretta. E così l’intesa alla fine si è concretizzata. Fincantieri voleva acquisire il 66,6% detenuto dai sudcoreani. Invece, ha dovuto accettare la richiesta imposta da Parigi: essere l’azionista di riferimento, ma minoritario. Il gruppo italiano, che con l’operazione punta a creare un campione europeo della cantieristica, in lotta con la concorrenza asiatica, si fermerà al 48%. E sarà così almeno per otto anni. Non solo: dovrà accettare l’entrata nel capitale di Dcns, i cantieri militari pubblici francesi, con il 12%. Il saldo (quasi il 7%) andrà a un altro partner italiano, la Fondazione Cassa di risparmio di Trieste. Sirugue ha ottenuto da Bono la disponibilità a mantenere i livelli occupazionali attuali (nessun taglio per 5 anni) e un piano d’investimenti e assunzioni. Oltre a un patto parasociale fra lo Stato francese e Fincantieri, della durata di 20 anni (fisso per i primi 12), che concede a Parigi un diritto di veto sulla riduzione dell’attività di Saint-Nazaire e sul trasferimento di lavori in altri cantieri del gruppo italiano. E ancora sui transfer di tecnologia.

 

Prima di annunciare l’intesa Sirugue ha incontrato i sindacati, che in tanti considerano i veri padroni di Saint-Nazaire. «Sono piuttosto positivi, se non addirittura molto positivi», ha detto il ministro. Ma Fo (Force Ouvrière), uno dei più influenti, ha già avanzato critiche fortissime. E ieri anche il Front National di Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon, candidato dell’estrema sinistra alle presidenziali, hanno aspramente condannato l’accordo. Il negoziato, intanto, va avanti, ora tra Fincantieri e il tribunale di Seul. Ma Parigi avrà fino all’ultimo istante il diritto a dire la sua.

LA STAMPA

 

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