Niente aumento delle tasse, il piano del governo per la Ue

Non sarà una manovra estemporanea, ma si faranno scelte coerenti con la strategia di lungo periodo impostata nel 2014 dal governo Renzi. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ricevuto ieri a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per concordare la risposta da inviare entro domani a Bruxelles, che ha chiesto una manovra di correzione dei conti 2017 da 3,4 miliardi di euro. Gentiloni e Padoan, che sono in contatto costante e potrebbero rivedersi anche oggi, sono disposti ad assecondare la Commissione Ue, che minaccia l’apertura di una procedura d’infrazione, difficile da sopportare in una stagione elettorale e pericolosa per la reazione dei mercati, ma concordano sulla necessità di evitare misure che possano pregiudicare la crescita dell’economia.

Si punta su interventi di contrasto all’evasione e all’erosione fiscale, soprattutto dell’Iva, e si escludono tagli pesanti alla spesa ed aumenti delle imposte. A maggior ragione dopo che il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha messo una pietra sopra un possibile, anche se piccolo, aumento dell’Iva, e rilanciato la prospettiva della riduzione delle tasse. «Se dopo le elezioni» cui punta il leader del Pd, «torneremo al governo, dovremo riprendere il ragionamento partendo dall’Irpef» ha scritto ieri Renzi.

«L’aumento dell’Iva c’è stato nel settembre del 2013, prima del nostro arrivo. Ricordatevi questa data — ha aggiunto — perché quello deve restare l’ultimo». Di sicuro Gentiloni e Padoan non metteranno un’ipoteca negativa sul piano del segretario, da sempre poco incline ad assecondare le richieste Ue. Bruxelles si attende non solo un impegno politico sulla manovra, ma anche un elenco «il più possibile dettagliato» delle misure «strutturali» con cui metterla in opera. Il governo, per rafforzarne la coerenza con la strategia del passato, la vorrebbe inquadrare nella normale programmazione, quindi nel Def (Documento di economia e finanza) di aprile, per attuarla verso metà anno, comunque dopo le elezioni.

Tra le misure possibili c’è l’estensione dell’inversione contabile dell’Iva (il «reverse charge») anche ad altri settori, compresa la grande distribuzione. Bruxelles nel 2015 si era opposta, ma il governo è pronto a tornare alla carica dimostrando i suoi benefici per il recupero dell’evasione Iva, che in Italia è la più alta d’Europa. Si punta ad estendere pure lo «split payment», dove lo Stato versa direttamente a se stesso l’Iva sull’acquisto di beni e servizi dai privati. Tra le ipotesi c’è poi l’estensione della «voluntary disclosure», cioè l’autodenuncia dei redditi nascosti al Fisco con il pagamento delle imposte dovute per tutte le annualità accertabili, ma con sanzioni ridotte. Nel ventaglio di misure che Padoan e Gentiloni valuteranno nelle prossime ore, sia per l’impatto politico che economico, ci sarebbe anche una prima sforbiciata a detrazioni, deduzioni e agevolazioni fiscali meno importanti, così come un possibile ritocco delle accise.

CORRIERE.IT

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.