Archive for Novembre, 2020

Coronavirus, corsa al tampone rapido per poter stare a Natale con i cari

domenica, Novembre 29th, 2020

di Alessandra Ziniti

Un tampone rapido per Natale per tutta la famiglia, a cominciare da bambini e ragazzi per trascorrere con maggiore serenità i giorni di festa magari con i nonni, seppure a debita distanza e con mascherina.

Nelle regioni in cui è possibile fare test antiCovid a pagamento, senza ricetta medica e soprattutto senza sobbarcarsi code infinite come accade nei drive-in, è corsa al tampone. Sono già migliaia le prenotazioni per la settimana di Natale soprattutto per chi lavora o studia fuori e rientrerà nella città di residenza per trascorrere le feste.

“Da noi basta prenotarsi per telefono e presentarsi con mascherina Ffp2 e tessera sanitaria e in un locale dedicato nel giro di venti minuti si fa il tampone antigenico e si ha l’esito. Abbiamo decine di prenotazioni al giorno ma telefonando al massimo nel giro di due giorni si trova sempre un orario disponibile”, spiegano alla farmacia Viminale, una delle 400 che ha aderito alla convenzione della Regione Lazio. Costo del tampone antigenico 22 euro ed esito in venti minuti. Se si risulta positivi si viene immediatamente segnalati alla Asp e indirizzati ad effettuare il tampone molecolare.

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Da Maradona a Mina, i geni. Extraterrestri ci avete portati via

domenica, Novembre 29th, 2020

di MICHELE BRAMBILLA

Che cos’hanno in comune Maradona, celebrato in questi giorni eroe dei Due Mondi, e Mina, che a ottant’anni fa uscire un doppio disco? E Celentano, che a 82 sbanca i social con un brano di 46 anni fa dal titolo impronunciabile? E Sean Connery, il quale “nonostante gli innumerevoli tentativi di imitazione” resterà sempre l’unico vero 007? Hanno in comune che sono fuoriclasse. Extraterrestri. L’altro giorno Mattia Feltri ha scritto sulla Stampa un bellissimo corsivo su Maradona dicendo di aver sempre detestato quasi tutto di lui: la cocaina, la retorica terzomondista, il populismo castrista, la dissipazione del talento, e così via.

Mattia (che appartiene egli stesso alla categoria dei fuoriclasse) scrive che ha sempre preferito il Milan di Sacchi, l’organizzazione del lavoro, la tattica, la disciplina, la fatica. E però, vedendo giocare Maradona, anzi vedendolo danzare, tutto il suo razionalismo si sottometteva al trascendente. Perché certe cose, certe cose che faceva Maradona, non sono spiegabili con alcuna categoria umana. Né con l’allenamento, perché non si allenava; né con la cura di sé, perché era capace come pochi di farsi del male; né con il fisico, perché era sgraziato, grassoccio, con il culo basso. Maradona era inspiegabile come inspiegabili sono stati tutti i grandi geni, tutti gli uomini e le donne che ci hanno regalato le emozioni più forti. Ho citato, da Maradona a Mina a Sean Connery, personaggi che possono piacere o non piacere.

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“Giù le mani dalla messa di mezzanotte”. Il 58% degli italiani boccia il Natale anticipato

domenica, Novembre 29th, 2020

di ANTONIO NOTO

Il sondaggio di Noto

Il Natale in dimensione Covid, così come l’ha definito il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, è alle porte. Tra regole e raccomandazioni di comportamento il Governo sta utilizzando la stessa modalità di comunicazione dei mesi precedenti – non si comprende se frutto di una strategia oppure no – che determina la diffusione mediatica di una serie di proposte, che potrebbero trasformarsi in direttive ed ordinanze e sulle quali si apre un dibattito pubblico, prima che una parte di queste diventino leggi.

Pertanto in questi ultimi giorni sono fioccate varie ipotesi sui comportamenti che gli italiani dovrebbero rispettare durante le festività e sui termini di riapertura delle scuole. In attesa dunque di nuovi dpcm si è chiesto agli italiani quale fosse l’opinione in merito. È da notare che dal sondaggio emerge una sorta di duplicità dei giudizi, cioè se la preoccupazione di poter essere contagiato è ancora molta alta, coinvolge il 62% degli italiani, al contempo però non risultano pienamente accettate le ipotesi in campo. Questo sentimento però sembra essere principalmente generato dal non comprendere il legame esistente tra alcune restrizioni ed una diminuzione del rischio di contagio. Quindi ciò che viene messo in discussione non è il sacrificio personale nel rispettare una limitazione ma la sensazione di non percepire un beneficio nel momento in cui si mettono in atto alcuni comportamenti restrittivi.

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“Svizzera in pista, noi sciatori beffati due volte”

domenica, Novembre 29th, 2020

di BEPPE BONI

Gli svizzeri fanno gli svizzeri. E mentre l’Europa, Italia compresa, si interroga su come organizzare il Natale part time, dal turismo invernale, alle cene, alle feste, loro procedono in autonomia e aprono gli impianti sciistici. “Italiani benvenuti. Il Covid? Qui si scia“. Una scelta controcorrente che assomiglia a quella di San Marino (poi ha fatto retromarcia) con i locali aperti mentre in Italia erano chiusi. Flavio Roda, bolognese di Vidiciatico, ex allenatore di Alberto Tomba, è il numero uno della Federazione italiana sci.

Il sondaggio: “Giù le mani dalla messa di mezzanotte”. Il 58% degli italiani boccia il Natale anticipato

Presidente come la mettiamo con la Svizzera?

“La Svizzera tutela i propri interessi e applica un protocollo di sicurezza sugli impianti ritenuto idoneo”.

Quindi scelta giusta?

“È un Paese fuori dall’Europa e agisce con meno vincoli. L’economia del turismo invernale nei Paesi nordici è fondamentale”.

In Italia, se il Governo non cambia idea, si potrà sciare solo a gennaio.

“Il problema non è tenere aperti o chiusi gli impianti. Con un protocollo di sicurezza condiviso da tutto il mondo dello sci si possono aprire le piste senza problemi. Sono convinto che anche l’Austria cambierà idea”.

Covid, tracciamento fallito: perso tempo. “Mai fatte tutte le assunzioni per i controlli”

Serve una norma europea?

“Se la regola deve essere tutto chiuso non serve. Aprire a gennaio non è la soluzione”.

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Covid, tracciamento fallito: perso tempo. “Mai fatte tutte le assunzioni per i controlli”

domenica, Novembre 29th, 2020

di RITA BARTOLOMEI

Abbiamo fatto una solenne dormita, tranne poche eccezioni. Che però non sono bastate a evitare il patatrac. “Il tracciamento è fallito“, ha dichiarato senza giri di parole Walter Ricciardi, consulente di Speranza, nel picco della seconda ondata. Ma come, proprio l’azione “di sanità pubblica essenziale per combattere l’epidemia in corso”, così la definisce il ministero della Salute nel bignami del Coronavirus. Spetta alle Regioni assumere i tracciatori. Spetta alle Asl il compito di ricostruire la rete dei contatti e di gestire i messaggi della app Immuni. Poco simpatica agli italiani, scaricata da neanche 10 milioni di cittadini, meno di 80mila le notifiche inviate, al 26 novembre, con un asterisco: il dato è parziale. Ma è anche l’unico fornito.

Prova a rimediare in corsa il ministro dell’Innovazione Paola Pisano. Che via tv annuncia: è in dirittura d’arrivo il call center per l’app. “Aiuterà il cittadino nello sblocco dell’applicazione – spiega –. Mi aspetto che nelle prossime settimane ci sia un supporto in più per Immuni, per non gravare in modo così forte su determinate strutture che devono lavorare sui tamponi e sull’analisi dei positivi”.

In attesa di tempi migliori, dobbiamo fare i conti con i numeri. Nella prima settimana di novembre erano 9.241 i tracciatori in Italia, più o meno gli stessi messi in campo da Wuhan in Cina, “che – rammenta Giorgio Parisi, presidente Accademia dei Lincei – è grande come la Lombardia”. Aggiunge: “Si doveva migliorare il sistema attorno a Immuni. Troppo tempo in certe regioni per avere i risultati degli esami”. Al 27 novembre – dati della Protezione civile – i tracciatori assunti nel bando che ha avuto il record di 49mila adesioni erano 1.353. Tra le Regioni virtuose la Toscana (466, poteva limitarsi a 93) e l’Emilia Romagna (145).

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Ristori, i truffatori che puntavano ai contributi del Covid: scovate irregolarità per oltre 240 milioni

domenica, Novembre 29th, 2020

di Enrico Marro

Finora l’Agenzia delle Entrate, guidata da Ernesto Maria Ruffini, ha pagato 8,2 miliardi di euro di «ristori», cioè di contributi a fondo perduto, a 2,4 milioni di partite Iva. In media, 3.416 euro a testa, da un minimo di mille a un massimo di 150mila euro in base alla perdita di fatturato. Si tratta degli indennizzi previsti dal decreto legge Rilancio del 19 maggio e dal dl Ristori 1 del 28 ottobre, cui seguiranno i contributi dei dl Ristori 2 e 3 all’esame del Senato. Provvedimenti necessari, anche se spesso insufficienti, ad aiutare piccole imprese e lavoratori autonomi messi in ginocchio dalla pandemia. E nonostante l’Agenzia vanti di aver inviato i soldi sui conti correnti entro 2 settimane dalla domanda, non sono pochi coloro che lamentano ritardi o addirittura di non aver ricevuto nulla.

I pentiti della flat tax

Il fatto è che ci sono circa 82 mila indennizzi bloccati, per un valore di 243 milioni, perché i controlli preventivi che l’Agenzia ha fatto su tutte le domande hanno portato alla luce irregolarità varie, dagli errori materiali alla mancanza dei requisiti, e purtroppo anche veri e propri sciacalli del bonus, come l’amministratore di condomini di una grande città del Nord che, nonostante fosse tra i «forfettari», cioè quelli che dichiarano meno di 65mila euro l’anno e godono della flat tax del 15%, ha avuto la sfrontatezza di dichiarare che ad aprile 2019 (il mese rispetto al quale si calcola la perdita ad aprile 2020) aveva fatturato più di un milione di euro, manco avesse gestito gli immobili di tutta la città, tentando di ottenere così l’indennizzo massimo di 150 mila euro. Ovviamente è stato bloccato. Ma non è l’unico “pentito della flat tax”. I forfettari che si sono scoperti improvvisamente ricchi ad aprile 2019 sono «una delle casistiche ricorrenti» che ha fatto accendere il semaforo rosso nelle verifiche. Finora, sono 217 i casi di tentata frode scoperti incrociando i dati. Una minoranza, per fortuna, grazie soprattutto all’obbligo di fatturazione elettronica che taglia le ali a coloro che vorrebbero fare i furbi, sottolineano gli uomini di Ruffini. Nonostante ciò, sono ancora molti quelli che ci provano.

Fatture retrodatate

C’è per esempio una società di costruzioni nel casertano che ha gonfiato i ricavi di aprile 2019 emettendo a raffica fatture retrodatate appena appreso del decreto Rilancio. Allo stesso trucco è ricorsa un’impresa abruzzese, sempre del settore edile. Nel basso Lazio, invece, un’azienda immobiliare ha semplicemente riportato come dato di aprile 2019 il fatturato del primo trimestre, per aumentare così la perdita rispetto ad aprile 2020 e incassare un contributo più pesante.

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Recovery fund, cabina di regia per i fondi Ue: governo, Mef, Mise, 6 manager e task force di 300 persone

domenica, Novembre 29th, 2020

di Marco Galluzzo

ROMA – Giuseppe Conte apre alle richieste della maggioranza, in primo luogo Pd e Italia Viva, e si fa strada una gestione meno accentrata a Palazzo Chigi dei 209 miliardi di euro che l’Italia dovrebbe ricevere dalla Ue, nei prossimi anni, come risposta di ripresa economica dopo il Covid. Al termine del vertice di maggioranza con i capidelegazione dei partiti e i ministri dell’Economia e degli Affari europei, Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola, si fa strada la definizione di una struttura piramidale con una gestione e supervisione politica, in capo a Palazzo Chigi, ma affiancata da una sorta di comitato tecnico esecutore, guidato da 6 manager indipendenti. È anche una svolta politica quella che emerge, anche se ancora interlocutoria, dal vertice a Palazzo Chigi: i finanziamenti del Recovery Fund dovrebbero essere gestiti sia dal Comitato interministeriale affari europei, sia da una regia politica che farebbe capo al premier Conte, al ministro dell’Economia, e a quello dello Sviluppo economico.

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Nuovo Dpcm dicembre, così scatteranno i divieti di Natale e di spostamento fra le Regioni

domenica, Novembre 29th, 2020

di Monica Guerzoni Fiorenza Sarzanini

Nuovo Dpcm dicembre, così scatteranno i divieti di Natale e di spostamento fra le Regioni

Il divieto di spostamento tra le Regioni, comprese quelle in fascia gialla, scatterà una settimana prima del Natale. La norma entrerà in vigore il 18 o il 19 dicembre, la data di inizio sarà stabilita martedì durante il confronto con i governatori e inserita nel Dpcm in vigore dal 4 dicembre per il contenimento dei contagi da Covid 19. Sono i numeri ancora altissimi di nuovi positivi, ricoverati e vittime a far prevalere la linea del rigore. Sono le difficoltà in cui si trovano ancora molte strutture sanitarie ad aver convinto i ministri inizialmente favorevoli ad alcuni allentamenti a condividere le restrizioni. «Troppo alto — ammoniscono gli scienziati del Cts — è il rischio di far risalire la curva epidemiologica ora che le misure cominciano invece a dare risultati. I presidenti di Regione tenteranno ancora di evitare la nuova norma, ma la decisione sembra ormai presa per evitare «che possa ripetersi quanto accaduto durante l’estate con oltre 8 milioni di persone in movimento che nella settimana di ferragosto hanno provocato una seconda ondata tanto drammatica», come ripetono i ministri Boccia e Speranza. Il percorso è tracciato anche se alcuni dettagli devono ancora essere messi a punto.

Case di villeggiatura

Si potrà muoversi per raggiungere i parenti soltanto chi ha la residenza in quell’abitazione oppure rientra nel proprio domicilio. Si può andare nelle seconde case che si trovano in una Regione in fascia gialla soltanto se si è residenti. In fascia arancione è invece vietato perché non è consentito uscire dal proprio Comune. Chi ha intenzione di andare nella seconda casa in fascia gialla può farlo prima del blocco. Chi vuole trascorrere le festività in albergo può farlo se la struttura si trova nella stessa Regione anche nelle località dove gli impianti sciistici sono chiusi. Rimane da stabilire se concedere qualche deroga, ad esempio la possibilità di andare da un parente che vive da solo.

La quarantena

Chi torna dall’estero dovrà rimanere in quarantena. Una delle ipotesi prese in esame prevede di far scattare l’obbligo soltanto per chi rientra dagli Stati che lasciano aperti gli impianti sciistici. Dall’Unione europea è però arrivato l’invito a seguire regole condivise e quindi si sta cercando un accordo con Bruxelles per uniformare le regole deterrenti – come già avviene per l’obbligo di tampone – in modo da evitare che la norma possa essere interpretata come “atto ostile” nei confronti di alcuni Paesi.

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Dl Ristori, la bozza: rinvio tasse e aiuti per sport, ristoranti e forze dell’ordine

sabato, Novembre 28th, 2020

Il rinvio delle scadenze fiscali del 30 novembre e anche nuovi aiuti una tantum per i lavoratori stagionali del turismo, dello spettacolo e per i lavoratori impiegati nel settore dello sport: sono i contenuti di una prima bozza del decreto Ristori Quater che in 27 articoli prevede anche aiuti per il settore delle fiere e congressi, il differimento delle elezioni per gli organismi di rappresentanza sindacale, il rinvio di alcune scadenze del federalismo fiscale, la facoltà di estensione della durata dei fondi immobiliari quotati e fondi per le forze di polizia, i vigili del fuoco e per l’emersione del lavoro irregolare. APPROFONDIMENTI

Tasse, slitta la dichiarazione dei redditi, per le cartelle verso un’altra rottamazione

Lavoratori sport e società dilettantistiche

Un’indennità di 800 euro, per il mese di dicembre, per i lavoratori sportivi e 92 milioni di euro extra per il Fondo a sostegno delle associazioni sportive e società sportive dilettantistiche. «Per il mese di dicembre 2020 -si legge nel testo- è erogata dalla società Sport e salute un’indennità pari a 800 euro, in favore dei lavoratori impiegati con rapporti di collaborazione presso il Comitato olimpico nazionale (Coni), il Comitato italiano paralimpico (Cip), le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva (riconosciuti dal Coni e dal Cip), le società e associazioni sportive dilettantistiche». Per poter ottenere il contributo a favore dei dipendenti le attività devono aver «cessato, ridotto o sospeso la loro attività». Il tetto massimo di spesa previsto è di 170 milioni di euro.

Ristoranti

Il fondo di 600 milioni per la filiera della ristorazione, introdotto con il decreto legge agosto, viene ridotto a 200 milioni di euro.  Per il 2021 viene previsto lo stanziamento di 250 milioni di euro, che potranno essere utilizzati anche per le istanze di contributo già presentate entro il 15 dicembre 2020 e «parzialmente soddisfatte con lo stanziamento per l’anno 2020». Il fondo, istituito presso il Mipaaf dal precedente provvedimento, «è finalizzato all’erogazione di un contributo a fondo perduto alle imprese in attività alla data di entrata in vigore» del decreto legge di agosto tra cui: agriturismi, catering, mense, alberghi (limitatamente alle attività autorizzate alla somministrazione di cibo). La risorse sono destinate in particolare «per l’acquisto di prodotti, inclusi quelli vitivinicoli, di filiere agricole e alimentari, anche Dop e Igp, valorizzando la materia prima di territorio».

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Maltempo in Sardegna, 3 morti per alluvione nel Nuorese: si cercano i dispersi. Recuperato un cadavere

sabato, Novembre 28th, 2020

La Sardegna si è svegliata sotto piogge abbondanti e venti di burrasca. I maggiori disagi si stanno registrando in queste ore nelle strade del Nuorese. Ammontano già a 3 le vittime le maltempo a Bitti nell’alluvione che si sta abbattendo nel paese: oltre all’uomo travolto dall’acqua nel suo fuoristrada, c’è l’altra vittima – una donna anziana – e ci sarebbero anche due dispersi. Sul posto le forze dell’ordine, la Protezione civile, i Vigili del fuoco i volontari e i barracelli stanno cercando di recuperare le vittime e di portare soccorso alla popolazione colpita. Sardegna si è svegliata sotto piogge abbondanti e sferzata da venti di burrasca. Intanto, un corpo senza vita è stato recuperato dai vigili del fuoco a Bitti (paese dove sono state anche evacuate alcune famiglie). Segnalata ai vigili del fuoco anche una donna dispersa, di cui al momento sono in corso le ricerche. 

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Non solo a Bitti: gli altri allarmi

Oltre a Bitti, si vivono ore di apprensione anche a Galtellì, uno dei paesi della valle del Cedrino, dove stanno arrivando grosse portate d’acqua dalla diga di Preda Othoni. Il sindaco Giovanni Santo Porcu ha disposto l’ evacuazione di 150 persone che vivono nella parte bassa del paese, che sono state trasferite in delle strutture comunali. L’argine del Cedrino è occupato dall’esondazione del rio Sologo e le previsioni per il pomeriggio non sono rosee. «Stiamo monitorando la situazione ma prima di tutto stiamo cercando di tutelare l’ incolumità pubblica, con la speranza che le grosse portate d’acqua in arrivo nel pomeriggio vengano scaricate a mare – ha detto all’ANSA il sindaco Porcu – L’auspicio è che la forte mareggiata che arriva dal mare permetta il deflusso delle acque. Stiamo lavorando per assistere le persone trasferite nella struttura comunale nella parte alta del paese e lo stiamo stiamo facendo con le forze della Protezione civile, i barracelli, le forze di Polizia, Vigili del Fuoco e i vigili urbani». E c’è preoccupazione anche a Torpè, dove la portata della diga Maccheronis è al massimo e il peggio – secondo l’allerta meteo – deve ancora arrivare nel pomeriggio. I sindaci invitano la popolazione a non uscire di casa e non mettersi in viaggio.

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