La favola del fascino immaginario del fascismo

Ruggero Zangrandi nel suo «Lungo viaggio attraverso il fascismo» raccontò moltissime storie di giornalisti, scrittori e intellettuali fascisti fra satira e cinematografia come Fellini, tutti professionisti, pittori modernissimi della scuola romana e man mano tutta quella intellighenzia che passò al Partito comunista del geniale Palmiro Togliatti, oggi celebrato in piazze, strade e cavalcavia come un patriota; ma sarebbe utile ascoltare le parole che Togliatti pronunciò al sedicesimo Congresso del partito comunista del 1930: «É motivo di particolare orgoglio per me aver abbandonato la cittadinanza italiana per quella sovietica. Io non mi sento legato al d’Italia come alla patria ma mi considero cittadino del mondo, di quel mondo che noi vogliamo unito a Mosca agli ordini del compagno Stalin. È motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista. Come cittadino sovietico sento di valere diecimila volta volte di più del migliore cittadino italiano».

IL GIORNALE

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