Putin il lupo e i porcellini

All’Ucraina occupata dalla mattina del 24 febbraio viene offerta, con poca carità, questa frase che dovrebbe essere esemplare: ” Solo la pace porta pace, la guerra porta guerra”. Come certi indovinelli, la frase è un inganno. Entrambe le affermazioni sono vere, ma sconnesse. La pace porta pace se non c’è guerra. Ma se lo spazio è occupato dalla guerra, la pace non può entrare. Allora ti dicono: “Negoziati.” Ottima idea se c’è un negoziatore. E poiché il negoziatore non c’è e non può esserci, meglio avere le armi per proteggere i bambini in fuga. Ma questi sono gli intoppi da cui, a meno di un fallimento sul campo, una grande potenza non si lascia fermare. Questa grande potenza, la Russia di Putin, ha un suo progetto di spaccare il mondo, altrimenti la pace (e il ridimensionamento della grande Russia) diventerebbero davvero possibili. Non sta vincendo la Russia, ma sta con i piedi piantati nel fango ucraino. E due cose gli sono riuscite: far credere a molti che tutto è accaduto in Ucraina per colpa e responsabilità degli Stati Uniti e di una banda di malfattori e tagliagole noti come la Nato che hanno provocato la brava gente di Mosca. E che solo mettendo fuori gioco l’America e la banda Nato, il mondo filorusso scortato da una folla di bravi simpatizzanti(un bel po’ italiani, ma guai a dirglielo) ritroverà un rassicurante equilibrio.

REP.IT

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