Azovstal, gli irriducibili resistono nel bunker: “Non ci siamo arresi la guerra inizia ora”

di Daniele Raineri

KHARKIV –  I media russi avevano annunciato due giorni fa che anche i comandanti del reggimento Azov si erano arresi ed erano usciti dall’acciaieria di Mariupol, ma sono stati smentiti. Ieri sera il vicecomandante e portavoce Sviatoslav Palamar, detto Kalina, ha detto in un video di venti secondi di essere ancora dentro alla Azovstal assieme «al mio comando» e ha annunciato che «è in corso un’operazione, della quale non svelerò i dettagli». Un ufficiale del gruppo, Bohdan Krotevych, anche lui dentro all’acciaieria, due ore prima aveva pubblicato su Instagram un testo breve che chiede ai suoi di resistere: «La guerra non è finita, la guerra su vasta scala è appena cominciata. Dovrete diventare comandanti e assumere il controllo oppure scappare e soffrire perdite ancora più pesanti».

L'uscita di alcuni soldati dall'acciaieria Azovstal
L’uscita di alcuni soldati dall’acciaieria Azovstal (ansa)

Del resto i conti non tornavano. Il ministero della Difesa russo ieri aveva confermato la resa di 1.730 militari ucraini. Di questi ottanta sono feriti e circa settecento sono appartenenti al reggimento Azov. Ma il reporter militare russo Alexander Sladkov tre giorni fa aveva detto che al momento dell’annuncio della capitolazione dentro l’acciaieria c’erano 2.500 persone e di queste 804 erano di Azov. C’è la possibilità che in centinaia siano ancora asserragliati dentro la Azovstal, anche se adesso le loro possibilità di resistere a un assalto russo sono molto più basse perché sono rimasti in pochi. E’ chiaro che in questi giorni dentro al bunker ci dev’essere stata una decisione collettiva per permettere ai feriti e a chi voleva uscire di lasciare l’assedio.

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