Le sfide del G20: democrazie alla prova, i vantaggi dei regimi

O come mantenere l’alleanza strategica, essenziale in Medio Oriente, con l’Arabia Saudita senza provocare il rigetto delle proprie opinioni pubbliche, se chi oggi la governa decidesse di nuovo di ammazzare in modo spettacolare — magari proprio in Occidente — qualche altro dissidente (come fece, in un consolato a Istanbul, vittima il giornalista Jamal Khashoggi). O come fare fronte comune davanti alla nuova politica di potenza cinese che ormai si esercita in molti modi e su tutti i tavoli. O come arginare il neo-imperialismo russo. Giusto a proposito: Putin conosce la storia e il suo modello è lo zar Pietro il Grande(vissuto a cavallo fra XVII e XVIII secolo) con i suoi disegni imperiali. L’Occidente ha abolito la storia, vive solo nel presente e non ne sa nulla.

Nel breve termine gli autocrati sono avvantaggiati. Si pensi alla rapidità con cui Cina e Russia hanno accresciuto la loro influenza in Africa. Dopo quella europea dell’0ttocento, la prossima «spartizione» dell’Africa sarà fra russi e cinesi? Nel medio-lungo termine, però, i punti di forza delle democrazie potrebbero favorirle. Soprattutto, potrebbe favorirle la loro vocazione all’apertura (che pure, al momento, le espone a continue, malevoli interferenze) e alla inclusione. Apertura e inclusione che anche il G20 dimostra. Ipotizzarlo può essere, a scelta, il frutto di un eccesso di ottimismo oppure di un realismo non del tutto infondato.

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