Il governo si arrende: via gli stadi dal Recovery, la terza rata è più vicina

ALESSANDRO BARBERA, FRANCESCO OLIVO

ROMA. Seppur con fatica, la terza rata da venti miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sta per arrivare. Il governo ormai ne è convinto tanto da parlare di «positiva conclusione delle verifiche di tutti gli obiettivi». Non sarà indolore: l’Italia è pronta a stralciare definitivamente dalla lista dei progetti da finanziare gli stadi di Firenze e Venezia, che non convincono Bruxelles. Sul resto il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto (che mercoledì farà un’informativa alle Camere), è fiducioso di aver convinto la Commissione europea. Due le questioni che sembrano risolte: garantire maggiore concorrenza nelle concessioni portuali e gli interventi sulle reti di teleriscaldamento.

Nel venerdì che precede il ponte del 25 aprile a Palazzo Chigi c’è stato un viavai di ministri. Giorgia Meloni si è vista a pranzo con il vicepremier Matteo Salvini con cui ha fatto il punto della situazione dopo le incomprensioni delle ultime settimane, sul Pnrr e non solo. L’impressione restituita dai fedelissimi della premier è che il leader della Lega si stia dimostrando collaborativo sulla vicenda dei fondi europei e questo aiuterà a stemperare le tensioni scoppiate sui migranti. Prova di ciò sarebbe stata la decisione di Meloni di affidare a Salvini la cabina di regia sulla siccità.

Prima del pranzo fra i due, Fitto ha incontrato separatamente quattro ministri, fra cui lo stesso Salvini. Colloqui di un’ora ciascuno durante i quali sono stati esaminati tutti gli obiettivi del piano in ritardo e quelli in scadenza il 30 giugno, la data entro la quale l’Italia deve rispettare 27 obiettivi in cambio di altri venti miliardi. Con Salvini (Trasporti) si è parlato di porti e di reti ferroviarie, con Giuseppe Valditara (Scuola) del complicato dossier degli asili nido, uno degli obiettivi del semestre in corso, con Giancarlo Giorgetti (Economia) ha discusso della governance (che ora verrà accentrata a Palazzo Chigi), mentre al centro del bilaterale con Matteo Piantedosi (Interno) è rimasta la questione degli stadi. Il governo sarebbe sul punto di cedere, ma prima vuole una risposta formale dalla Commissione, attesa per lunedì. L’orientamento comunitario è ormai chiaro all’esecutivo, e anche le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella non trasmettono ottimismo: «Noi abbiamo fatto tutto quanto c’era da fare, vedremo cosa risponderanno», dice a Un giorno da Pecora su Radio 1, aggiungendo che «sarebbe incredibile se bocciassero il progetto dal punto di vista tecnico».

Il governo sta pensando a un piano alternativo per trovare risorse nazionali a favore dei due impianti: è la soluzione più ovvia, ma il fondo complementare al quale bisognerebbe attingere è già impegnato, come Giorgetti ha spiegato a Fitto durante il colloquio. Per trovare i 150 milioni necessari occorrerà tagliare dell’altro.

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