L’«ultimo miglio» della campagna elettorale: scatti, inciampi e profezie

Andò molto peggio a Bersani nel 2013. Convinto che il margine di vantaggio fosse talmente ampio e richiedesse giusto un po’ di prudenza, di modo da non perderlo, l’allora leader del Pd chiuse la campagna elettorale nell’angusto spazio dell’Ambra Jovinelli mentre a qualche centinaio di metri i Cinque Stelle sigillavano la rimonta a piazza San Giovanni. Tredici anni prima, alle Regionali in cui aveva messo in palio la poltrona da presidente del Consiglio, Massimo D’Alema si sentì dire da un collaboratore che «il nostro vero problema sarà evitare di non vincere troppo». E perse. Nell’ultimo miglio, che spesso per la lepre è gioia sfrenata. Ma qualche volta no.

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