C’è anche chi non alza la voce e parla al cervello e al cuore

di Walter Veltroni

Il premier Draghi e il presidente della Cei Zuppi hanno invitato alla consapevolezza, al dialogo e alla serietà

In una stagione di caos e di ansia, quando sembra che lo spirito del tempo venga interpretato esclusivamente da chi alza la voce e agisce sul ritmo incalzante dei suonatori di tamburo dei social, si levano voci che fanno affidamento sulla ragione del prossimo. Voci che parlano al cervello e al cuore delle persone, senza fare appello alla più comoda delle scorciatoie: quella di agire sulle paure, sul bisogno di protezione dalle ansie sociali e sulla rassegnata disponibilità al più subalterno degli scambi, libertà per decisione.

È un tempo in cui è facile rinserrarsi nelle identità vere o presunte, in cui la scelta che appare più credibile, o più indolore, è quella di demonizzare ogni pensiero alternativo. Come sulla ruota del criceto i protagonisti del discorso pubblico si ritrovano a rimettere stancamente i panni di identità sfuocate e mille volte rinnegate, talvolta per responsabilità e talaltra per convenienza o pura furbizia.

È più facile costruire muri che ponti levatoi, più facile gettare olio bollente sugli avversari che progettare un ponte.

Per questo le parole pronunciate recentemente da Mario Draghi e dal presidente della Cei Matteo Zuppi costituiscono una felice eccezione, peraltro in linea con la personalità e la storia di chi le ha pronunciate.

Draghi avrebbe potuto menar esclusivo vanto — altri lo fanno per molto meno — perché il nostro Paese crescerà nel 2022 del 3,4 %, assai più di Francia e Germania — mai, negli ultimi venti anni, si era andati oltre il 2 — oppure salutare con prosopopea il tasso di occupazione al 60%, livello che non si raggiungeva dal 1977.

Invece, nel ricordare questi dati, ha sottolin eato responsabilmente che si vedono molte ombre all’orizzonte e che serve, ora più che mai, «coesione sociale e politica». Il suo appello è stato a rafforzare la credibilità internazionale dell’Italia, condizione essenziale per affrontare i marosi in arrivo per effetto del diabolico combinato disposto di forti tensioni internazionali, dall’Ucraina a Taiwan, delle mai sopite conseguenze delle pandemie, della crisi degli approvvigionamenti delle materie prime.

Senza dirlo, mi pare, Mario Draghi ha invitato i contendenti delle prossime elezioni alla consapevolezza dell’emergenza inedita in atto ed alla assunzione di un tono, politico e programmatico, che non faccia venire meno quella «coesione» che, pur nella dialettica tra maggioranza e opposizione, deve salvaguardare gli interessi nazionali.

Di analogo rilievo è la posizione espressa dal cardinale di Bologna Matteo Zuppi, oggi anche presidente della Conferenza Episcopale.

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