Il dopo Salvini? E’ già iniziato

Poi la realtà si è incaricata di far svanire le illusioni. In ogni caso, oggi la Lega ha il problema del suo segretario. Il quale in condizioni normali sarebbe già stato sostituito. Qualche tempo fa l’affare della maglietta putiniana in Polonia era suonato come un campanello d’allarme circa la lucidità dell’uomo. Oggi il nuovo incidente è molto più serio e grave. D’altronde è vero che nella Lega ci sono alcuni buoni amministratori – vedi Fedriga e Zaia – ma poche figure dotate del temperamento politico necessario per mettere in minoranza colui che fino a ieri è stato una sorta di padre-padrone capace di lasciare ai suoi solo il “diritto di mugugno”. Per cui il dilemma sta innervosendo tutti. Per un verso, la prospettiva di lasciare campo libero a Salvini ancora dieci mesi (e di fargli compilare le liste elettorali), inquieta tutti i maggiorenni leghisti. Per l’altro, agire dopo l’estate, o comunque prima del voto, richiede il coraggio della disperazione. E non è detto che basti, se manca una tessitura e soprattutto un’idea di quale debba essere il ruolo della Lega nel dopo Salvini. Tutti camminano su un filo sottile che potrebbe spezzarsi.

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